Dalla situazione di stasi alla bagarre il passo è stato breve, in concreto meno di 24 ore. Soltanto ieri mattina, durante la riunione che ha visto il tavolo del centrosinistra riunirsi, il Partito democratico si era presentato comunicando di avere, dopo settimane di travaglio, finalmente partorito il nome del loro candidato: il segretario cittadino Antonio Sirianni.

 

Un nome che ha determinato lo scioglimento del tavolo ma il segretario non ci sta e in una nota stampa spiega: «Bisognava a tutti i costi tenere unito il tavolo dell’alleanza che si stava faticosamente costruendo in questi giorni. Per questo motivo, sono molto disorientato davanti al tentativo di Bene comune di imputare al Partito democratico lo scioglimento dell’alleanza. Dopo l’incontro di ieri mattina, infatti, eravamo rimasti d’accordo di rincontrarci a breve, ma in serata in pubblica piazza è stato invece da loro stessi dichiarato saltato il tavolo, imputando tutte le colpe al Partito democratico».

 

«Siamo consapevoli - aggiunge il democrat - che il tentativo di trovare una sintesi autorevole e in grado di coinvolgere tutte le sensibilità, e a volte i personalismi, è davvero complicato. Ma noi non resteremo a guardare questo gioco al massacro! Il Partito democratico, insieme a chi vorrà appoggiare il nostro progetto, farà la sua proposta, schierando un alto profilo nella società civile, capace di rappresentare e coinvolgere quella più ampia fetta di città sana che è seriamente intenzionata a dare un riscatto a questa città e a costruire un futuro sostenibile e libero dalle sopraffazioni e infiltrazioni mafiose. Per questo motivo io faccio un passo indietro, perché ritengo che sia giunto il momento di prendersi seriamente le proprie responsabilità e fare la propria parte concreta e autentica per il bene e lo sviluppo sano di Lamezia».

 

Si dicono sconcertati Francesco Grandinetti e Milena Liotta che spiegano: «A meno che non sia il vecchio gioco della politica che esce fuori con un nome per poi ritirarlo fingendo una “non condivisione” per far uscire il nome deciso da sempre, tale incomprensibile decisione di Sirianni, se deve essere rispettata non deve aprire a “nuove scelte di nuovi nomi” della “società civile”, ma a scelte tra quelli già esistenti sul tavolo e cioè tra Grandinetti, Liotta, Piccioni a cui si aggiunge Nicolino Panedigrano. Se così non fosse siamo pronti ad andare da soli per colpa unica del Pd che con giochetti poco seri ha determinato la rottura del tavolo».