Il neo segretario in pectore interviene on line. Nel suo discorso il ricordo di Sassoli, la necessità di un nuovo protagonismo dei circoli e dei giovani, la battaglia sull’Autonomia differenziata e la bocciatura di Occhiuto e del centrodestra
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Basta “correnti” di disturbo, ma si ad un Partito plurale. Nicola Irto ha inaugurato con la riunione on line sulla piattaforma “Zoom” la fase congressuale del Partito democratico che domani vedrà urne aperte nei circoli locali (da verificare gli orari, ndr) per l’elezione del segretario – che di fatto è già Nicola Irto – e dell’assemblea regionale.
Nella riunione svolta per l’area sud della Calabria con la Federazione provinciale di Reggio Calabria – sono previsti collegamenti a seguire anche con le altre aree della regione – Nicola Irto ha voluto iniziare il suo intervento con un saluto e un ricordo di David Sassoli «straordinaria personalità del Pd» a cui, il segretario Enrico Letta ha intestato proprio oggi la sala principale del “Nazareno”. Per Irto Lo “stile Sassoli” dovrà essere la stella polare del nuovo Pd: da una parte la sobrietà e dall’altra l’europeismo.
Il capogruppo dem a Palazzo Campanella ha parlato di una «mozione aperta, che nei prossimi giorni vorrà essere estensibile e aperta ad indicazioni e nuove possibilità». Al suo interno le quattro grandi sfide (scuola, Sanità pubblica e di prossimità, il territorio bene comune, a Autonomia differenziata), di cui – sottolinea Irto - spesso parliamo come se fossero svincolate tra di loro, ma non è così».
Irto: «Su Autonomia differenziata diremo la nostra»
Sul tema dell’Autonomia differenziata Irto concentra la sua attenzione: «Su questo il Partito sul piano nazionale non la pensa allo stesso modo, ed io vorrei che ci fosse un Partito democratico calabrese e del Mezzogiorno che dica la sua. Il tema è attuale, che vive e cammina a gambe levate con le regioni del nord dove quelle spinte non si sono fermate. Non dobbiamo solo urlare e dire “no” ma dobbiamo dire in che modo vogliamo interpretare questa fase attraverso uno studio approfondito ragionato sulle falle del regionalismo degli ultimi cinquanta anni. Immagino che attraverso le nostre intelligenze si possa elaborare una proposta da rilanciare sul piano nazionale. L’hanno fatto fino ad oggi i singoli, ora lo si faccia come comunità e come partito offrendolo al dibattito politico interno e nazionale».
Irto: «Fino ad oggi il partito non è esistito. Ripartiamo dai circoli»
L’idea di ripartire dai circoli, ridando dignità agli stessi, non è poi così nuova, ma è il filo conduttore in tutte le discussioni ascoltate in Calabria. Irto però vuole andare al sodo: «Diciamoci la verità su come sono andate le cose in questi anni. Siamo riusciti a fare qualche gol siamo riusciti a vincere qualche elezione, ma di fatto non c’è stato elaborazione politica e confronto. Il partito non c’è stato. Ora sarà una traversata nel deserto e bisogna farla come collettivo».
Si rivolge quindi a chi vuole rimboccarsi le maniche e lavorare, descrivendo anche un nuovo protagonismo interno: «In questi giorni seppur in una fase congressuale tra la fine e l’inizio dell’anno, con una fase politica assai delicata con l’elezione del Presidente della Repubblica, sono centinaia i ragazzi che attraverso gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, si sono fatti avanti chiedendo di collaborare. Sono presidenti di circolo, militanti. C’è una comunità, bisogna dargli un obiettivo, una spinta e una speranza».
Irto: «Far esplodere il tema delle correnti. Pd riparte unito e plurale»
Un percorso ad ostacoli, che trova il più grosso, nell’esasperazione del correntismo. Nicola Irto lo dice chiaramente: «Bisogna fare esplodere il tema delle correnti. Quando ci saranno i congressi nazionali, le grandi questioni sulle quali bisognerà diversificarsi è giusto e bene che ognuno la pensi a proprio modo. Ma questo non può diventare un elemento divisivo prima ancora del confronto solo per poter contare una casella in più. Per quanto mi riguarda questo è il tema che voglio far esplodere in Calabria».
«Il Partito riparte se unito nella sua pluralità. Le mie liste regionali hanno voluto tenere tutti dentro, perché un partito se plurale deve essere tutto rappresentato e deve avere i luoghi per potersi confrontare. Poi è ovvio che c’è una linea politica che indicherà il segretario. Ma se vogliamo ripartire non possiamo farlo con un solo pezzo del partito».
Irto: «Alternativi a centrodestra che comunica bene ma non produce risultati»
Ultima chiosa dedicata alla fase politica regionale attuale. «Abbiamo il compito di cominciare a ragionare quale unica alternativa al centrodestra. Al di là della straordinaria capacità comunicativa, i risultati della giunta sono pari a zero. Mai il Pd sarà a disposizione di Occhiuto e di questo centrodestra. Non si potrà fare solo a parole, ma con il lavoro di una comunità in cui tutti possono dare una mano per costruire un programma alternativo, chiaro e netto, rispetto al centrodestra».