VIDEO | Il segretario regionale del Partito democratico tira le somme della campagna elettorale che segna una «svolta epocale» per il Sud. E il dialogo con altre forze d’area «per ora non è contemplato»
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«È stata una campagna elettorale entusiasmante, in mezzo alle persone, abbiamo fatto tantissime feste dell'Unità, abbiamo fatto tantissimi confronti. Siamo stati nei luoghi di prossimità in mezzo ai cittadini per raccontare il programma del Partito Democratico, concreto e realizzabile. Abbiamo parlato del piano di assunzioni per il Sud, del salario minimo, abbiamo detto basta agli stage. Insomma un programma vero che abbiamo discusso e abbiamo confrontato in mezzo alle persone girando tutte le aree della nostra regione comprese le aree interne quelle meno collegate, quelle più difficili della nostra regione. Ecco, è questo il senso del nostro impegno, quello di stare sul territorio, di essere radicati ed incontrare quotidianamente i cittadini».
A quarantotto ore dal voto per le politiche Nicola Irto, candidato al Collegio plurinominale per il Senato in quota Partito democratico tira le somme di una campagna elettorale, accesasi solo nelle ultime settimane. Il segretario regionale dem rimarca le differenze tra centrodestra e centrosinistra riproponendo il tema delle candidature locali e rilanciando le quotazioni di un partito che per la prima volta mette nero su bianco un programma dedicato al Mezzogiorno, con il no secco all’autonomia differenziata.
«A differenza della destra che pensa ancora al Nord del Paese, tant'è che Salvini e Meloni continuano a utilizzare il Sud solo come serbatoio di voti, vengono qua a dire che serve l’autonomia differenziata, noi diciamo no e diciamo piuttosto che serve un grande investimento sul Sud, innanzitutto dal punto di vista occupazionale. Quindi abbiamo lanciato l'idea delle 300 mila assunzioni in un anno e mezzo di nativi digitali, di giovani, per potenziare la pubblica amministrazione calabrese e del Mezzogiorno. Insomma una risposta concreta rispetto a chi ancora una volta si nasconde dietro gli interessi e i bisogni del Nord. Fratelli d'Italia ha candidato Tremonti che era quello che ha preso le risorse del sud per pagare le famose quote latte, Salvini si candida in Calabria, insomma della Calabria e del sud non gliene frega niente. Noi abbiamo messo in campo un programma vero con candidati calabresi credibili per poter davvero riscattare il mezzogiorno e la Calabria».
Irto: «Mia candidatura voluta da tutto il territorio»
La candidatura al Senato del segretario regionale ha un sapore particolare, che potrebbe riconsegnare alla città in riva allo Stretto una rappresentanza che manca da un po' di tempo.
«Al di là delle questioni localistiche credo che serva alla Calabria per un bilanciamento chiaramente con centro-sinistra col Partito democratico poi la città più grande della Calabria negli ultimi cinque anni non ha avuto una rappresentanza di centrosinistra e credo che abbiamo un significato importante avere anche questo risultato, atteso che la mia candidatura è figlia del Partito democratico della Calabria nella sua interezza in tutti i territori spinta e voluta fortemente da tutti i territori della nostra regione da tutti i segretari provinciali a da tutte le assemblee provinciali. Quindi è una candidatura che nasce dal Partito democratico della Calabria e vuole rappresentare tutta la Calabria».
Irto: «Noi unica alternativa»
Tuttavia il Pd e il suo nuovo centrosinistra, non devono guardarsi soltanto dal centrodestra, ma anche dal Movimento 5 stelle che gli analisti più attenti danno in grande rimonta, specie al Sud. Una circostanza questa che, seguendo la vulgata che vuole un rosicchiamento di voti a destra, potrebbe tornare utile anche alle strategie del Pd: «Questo lo vedremo domenica, sta di fatto comunque che reputo importante, e bene ha fatto il Partito democratico a marcare le alternative, le alternative vere, oggettive, per il futuro dell'Italia e del Mezzogiorno, che sono tra la destra e il Partito democratico e il centrosinistra. Ma lo dico rispetto ai problemi che abbiamo davanti, e alle proposte che abbiamo messo in campo. Perché il caro energia, l'inflazione, l'incertezza del clima geopolitico mondiale, il tema del Mediterraneo che ancora sta lì e continuano ad esserci sbarchi… tutte queste questioni si può affrontarle solo con una visione netta, e la visione netta in questo caso è, purtroppo, o quella della destra lontanissima da noi che reputo possa portare l'Italia in uno stato di più arretratezza, oppure la nostra offerta politica che dice più Europa. Stare col Partito democratico significa stare con l'Europa e stare col Pnrr, stare con un partito che si dimostra essere una garanzia di responsabilità in un momento di incertezza».
Per Irto questo rimane il tema centrale perché, dice, il caro energia, e la crisi in generale che sta arrivando nelle case dei cittadini, tra qualche settimana arriverà alle partite Iva. «Rischiamo di avere tante saracinesche chiuse, e si rischia di avere nuove povertà, e un programma serio è messo in campo solo dal centrosinistra, e la tua alternativa naturale - ribadisce - è il centrodestra. Votare tutto quello che c'è al di fuori del centrosinistra significa votare la destra e per questo io reputo e ritengo che al netto di sondaggi e sensazioni, l'unica alternativa vera alla destra è il centrosinistra e il Partito democratico».
Irto: «Abbiamo coalizione e programma per vincere le elezioni»
Al di là di sondaggi e sensazioni, per dirla col segretario, resta sul tavolo nazionale un nodo da sciogliere, che poi è quello della ripresa del dialogo all’interno e all’esterno del centrosinistra.
«Intanto bisognerà vedere con quali blocchi parlamentari si arriverà. È del tutto evidente che servirà un’altra fase, Se noi vinciamo le elezioni saremo chiamati a fare il governo del paese e sarà quella la sfida e la cifra del dialogo del governo del paese, che parte del programma che noi abbiamo messo in campo. Altre ipotesi non ne prevediamo, e se ci saranno poi sarà quello il momento in cui si discuterà. È del tutto evidente che il Partito democratico ha fatto una coalizione e un programma chiaro per vincere le elezioni. Se così non dovesse essere il Partito democratico ha la sua storia, la sua credibilità e i suoi uomini e anche la sua rappresentanza parlamentare per far sentire il peso dei cittadini, che vivono soprattutto del Mezzogiorno»
Irto: «Dal Pd svolta epocale sul Mezzogiorno»
«Per la prima volta il centrosinistra e il Partito democratico sul Mezzogiorno non fanno parole, ma scrivono davvero nel programma misure vere per il sud. È un cambio epocale anche per il centrosinistra per la verità, perché il centrosinistra negli anni scorsi non ha mai scritto, in maniera netta, che il sud è la priorità, nè messo in campo delle misure vere per il sud. Si è sempre, diciamo così, tentato di parlare dei grandi temi importanti ma di cornici più larghe. In questo caso, credo che questo sia un programma innovativo che parla molto al sud e questo è un cambio di paradigma di importante».
Irto: «Risultato peserà molto in termini di equilibri politici regionali»
È chiaro che in uno scenario come quello attuale, il risultato della competizione elettorale può avere dei riverberi sulla tenuta di determinati equilibri su cui è strutturata la politica italiana. La compattezza del centrodestra, che comunque mostra anche idee diverse su diversi temi scottanti, potrebbe essere messa a rischio anche dal risultato elettorale, sia esso positivo che negativo. Irto, sollecitato, prova a metterci il carico: «Secondo me il risultato peserà molto soprattutto nel campo del centrodestra. Perché il centrodestra è diviso su tutto e qualunque risultato avrà ci saranno delle ripercussioni politiche. Intanto sul Governo regionale perché bisogna capire se Occhiuto, come ha detto Salvini a Crotone, è d'accordo con quella autonomia differenziata o no. Perché ora non dice niente, é in campagna elettorale, ma prima o poi dovrà decidere se sta con i suoi alleati Meloni e Salvini che sono pro Nord oppure se a difesa dal Mezzogiorno e della Calabria».
Insomma, per Irto il primo vero problema politico ci sarà, a prescindere dal risultato, all’interno delle forze di centrodestra. «Dovrà fare chiarezza su questioni non secondarie ma essenziali della vita politica di una regione come la Calabria. Il dato degli equilibri politici credo riguardi sempre quel campo, perché la corsa che c'è ad avere la leadership della destra in Italia, nel Mezzogiorno e in Calabria è uno scontro di tentativi di superamento di altre forze che avranno delle ripercussioni di carattere, di tenuta e di peso politico sempre all'interno del centrodestra».