VIDEO | Al Senato la conferenza stampa per presentare l’iniziativa di un gruppo di movimenti a difesa del Meridione contro l’ipotesi di riforma che rischia di dirottare al Nord la maggior parte delle risorse economiche. Pino Aprile: «Il Mezzogiorno vada all’opposizione»
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Un secco no all’autonomia differenziata. Nella mattinata di mercoledì 13 settembre, si è tenuta una conferenza stampa a Roma, nella Sala Nassyria del Senato. L’evento è stato organizzato da una decina tra movimenti, gruppi e associazioni che, in vista della tornata elettorale del prossimo 25 settembre, ha lanciato un appello agli elettori; la proposta è quella di scrivere sulla scheda "No all'autonomia differenziata”, contrastando una proposta che, da anni, fa molto discutere il Paese.
Hanno partecipato all’incontro il Senatore del Gruppo Misto Gregorio De Falco, Pino Aprile del “Movimento 24 agosto per l’Equità Territoriale”, Claudio Signorile di “Mezzogiorno Federato”, Daniele Lettina di “Forza Liberal Democratica”, Salvatore Grillo di “Unità Siciliana”, Salvatore Lanza di “Movimento per il Nuovo Sud”. Presenti anche numerosi rappresentanti di associazioni e centri studio tra i quali Saverio Coppola coordinatore dell’Alleanza degli Studi meridionalistici e Nicola Squittieri direttore della Rivista politica meridionalista.
Ma cos’è l’autonomia differenziata?
È il riconoscimento, da parte dello Stato, di una peculiare specificità di un territorio, mediante l’attribuzione in via esclusiva alla regione a statuto ordinario, di una potestà legislativa per le materie di legislazione concorrente e/o per tre di quelle di competenza esclusiva dello Stato. Ma ciò che più interessa le regioni è che, alla attribuzione della potestà legislativa, è connesso il trasferimento delle risorse finanziarie.
In pratica, un fortissimo disaccentramento dei poteri dallo Stato alle Regioni, ma anche di responsabilità, sia legislativa che economica. Cavallo di battaglia della Lega all’interno del proprio programma elettorale su spinta dei governatori Zaia e Fontana, è stata sposata anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Contrastanti le posizioni espresse fin qui da Enrico Letta, leader del Partito Democratico: in Veneto, a maggio, aveva spiegato che «sulla proposta del Pd riguardo l’autonomia differenziata siamo disposti a ragionare»; nei giorni scorsi a Taranto ha invece bocciato l’idea. Timido il no del Movimento 5 Stelle in merito, mentre Carlo Calenda si è espresso a suo favore se utilizzata in maniera funzionale per gli interessi dei cittadini.
Gli interventi
Proprio Gregorio De Falco, Senatore del Gruppo Misto, ha aperto le attività, sostenendo con vigoria la tesi di una perdita di identità da parte della politica attuale, che si riflette nella proposta legata all’autonomia differenziata: «Non vale più la pena andare a votare. Non stiamo più votando i funzionari del paese ma i rappresentanti di un partito. Ci sono, però, delle persone eccellenti. Serve evitare il populismo e le sue pericolose derive, con cui tutt’oggi stiamo facendo i conti. A prescindere da chi vincerà le elezioni, avremo sempre lo stesso problema: al centro, come primo elemento, ci sarà la realizzazione di una autonomia differenziata. Gli italiani non saranno più tutti uguali davanti alla legge, bensì i cittadini saranno uguali davanti alla legge in base alla propria provenienza. Quella contro quello che io definisco regionalismo differenziato una battaglia che vale la pena combattere».
La prossima tornata elettorale avrà un ruolo cruciale anche secondo Pino Aprile, leader del “Movimento 24 agosto per l’Equità Territoriale”. È lui, nella Sala Nassyria del Senato, a rilanciare con forza la proposta di apporre il 25 settembre, sulla scheda la dicitura “No all’autonomia differenziata”. Una forma di protesta, forte, da portare avanti per il Sud e che porti il Sud a essere in opposizione del futuro Governo in una tematica così delicata. «Il Sud a chi si deve affidare? Chi può votare? Non si può parlare di voto utile. - ha sottolineato Aprile - Con questo giochino destra e sinistra da anni fanno perdere il Mezzogiorno per vincere le elezioni. Il nostro invito è quello di scrivere No alla autonomia differenziata sulla scheda. Sarà scheda nulla, ma con un significato simbolico. È un’operazione politica mai compiuta nelle elezioni politiche italiane. Questo Paese sta perdendo il Mezzogiorno».
Importante, infine, anche la posizione di Claudio Signorile di “Mezzogiorno Federato”: «Noi non siamo contro l’autonomia differenziata - ha sottolineato l’ex ministro per il Sud e la coesione territoriale della Repubblica Italiana - noi siamo contro questa autonomia differenziata. Contro quella che vogliono Zaia, Bonacini, i lombardi. Il punto di rottura ha come passaggio preliminare un dettato costituzionale che impone la costruzione di un eguale sistema di servizi per tutto il paese».
Articolata la presentazione delle motivazioni della protesta che parte dalla fotografia di un Paese dove l’investimento dello Stato ha creato una distanza siderale tra le infrastrutture e i servizi garantiti ai cittadini delle regioni del nord e a quelli del centro sud, realtà che ha determinato una diversa crescita e sviluppo. Questa verità incontrovertibile va affrontata e risolta prima di cristallizzarla attraverso il conferimento alle regioni, che si sono potute maggiormente sviluppare, del ricavato fiscale che proviene da quella condizione di privilegio. Per molti dei partecipanti quello di oggi è l’inizio di una lotta che cercherà di unificare l’intero Mezzogiorno.