In vista delle elezioni amministrative del 10 giugno prossimo monsignor Francesco Oliva ha esortato gli elettori a non affidare le sorti dei comuni «al malaffare e alla disonestà»
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«A chi affidare le sorti dei nostri piccoli comuni, comuni impoveriti, sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, in stato di dissesto finanziario, commissariati?». Lo chiede il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, attraverso una sua riflessione apparsa sulla rubrica "Frammenti" che il presule cura per il giornale diocesano "Pandocheion-Casa che accoglie".
«Il governo della propria città - scrive il presule - è troppo importante per essere affidato a mani egoiste e prepotenti, ai signori del malaffare e della disonestà, a quanti vanno a braccetto con il compromesso, la corruzione e la criminalità. È troppo importante sposare il futuro della nostra terra, consegnare le proprie sorti ad amministratori attenti e pronti a pagare anche di persona, pur di non tradire la fiducia ricevuta».
Il vescovo ha auspicato che «non sia una scelta dettata da interessi egoistici e di partito, ma dal volere il bene di tutti in un contesto in cui c'è da combattere per risollevare una condizione economica e sociale molto depressa. Rinunciare al voto – ha concluso - è arrendersi, come anche indebolire un sistema democratico, che in tanti anni di Repubblica ha assicurato la pace e la ricostruzione di un Paese mal ridotto per le conseguenze di due guerre mondiali».