Mercoledì la I Commissione – Riforme Istituzionali della Regione licenzierà la proposta di legge sulla fusione tra Cosenza, Rende e Cosenza. A fine giugno approderà in Consiglio così da fissare la data del referendum consultivo da tenere entro 90 giorni. I tempi sono questi, così come la volontà degli otto firmatari cosentini di Palazzo Campanella, tutti di centrodestra, di portare a casa la partita.

La novità più grande, però, arriva dal Partito Democratico di Cosenza e dai loro rappresentanti a Palazzo Campanella. La posizione negli ultimi giorni è radicalmente cambiata ed è diventata possibilista al punto da innescare malumori a Palazzo dei Bruzi, dove l’intervista rilasciata ieri al nostro network dal segretario provinciale dei democrat non è stata digerita.

Leggi anche

Vittorio Pecoraro, pur stigmatizzando le modalità adottate finora alla Cittadella, ha sparigliato le carte con delle affermazioni inequivocabili. «Facciamo la città unica - ha detto -. Sul tema della città unica dobbiamo precisare che questa deve rappresentare un orizzonte ineludibile per tutte le forze progressiste». Poi le parole che hanno regalato il titolo: «A questa proposta di legge siamo contrari, ma non ci interessa intestarci la battaglia del No tanto per occupare uno spazio politico. Siamo per una discussione nel merito e ci saranno diverse valutazioni da parte dei cittadini anche in riferimento ad ogni singolo Comune».

Boom. Le fibrillazioni hanno accompagnato tutta la giornata di ieri, dopo che venerdì un documento meno netto e più vicino alle posizioni di Franz Caruso, Luigi Incarnato e Giuseppe Mazzuca era stato diramato dal circolo cittadino del Pd a margine di una riunione di direttivo. E soprattutto dopo che la scorsa settimana lo stesso Caruso aveva partecipato a Rende insieme ad Orlandino Greco ad un incontro per il No.

Fatto sta che questa mattina il capogruppo dem in Regione Mimmo Bevacqua e il vicepresidente del consiglio Franco Iacucci, tornati in piena sintonia con Pecoraro che li ha perfino pubblicamente ringraziati, hanno annunciato una conferenza stampa sul tema. Una scelta di campo, così l’affermazione di guardare «a questo processo con grande speranza».

Leggi anche

«Oggi si tratta di rendere omogenea e funzionale una città che nei fatti è già città unica da tempo - hanno spiegato i due consiglieri regionali -. Abbiamo accolto favorevolmente la posizione espressa dal Pd della città di Cosenza perché occorre far riflettere anche quanti pensano di evitare ogni confronto attraverso l’approvazione di leggi non condivise e frutto dell’arroganza di chi con i numeri pensa di imporre le proprie tesi. Noi in consiglio regionale sin dall'inizio abbiamo espresso con forza la nostra opposizione a tale approccio, abbandonando persino l’Aula nel momento in cui all’interno dell’ennesimo omnibus ci siamo trovati impacchettato il provvedimento legislativo sulla nascita della città unica».

Leggi anche

«Noi non siamo contrari al disegno innovatore di una nuova e grande città che sappia razionalizzare e garantire una migliore organizzazione dei servizi ai cittadini. Una città unica – hanno aggiunto - capace di superare la miopia, i localismi e gli egoismi campanilistici. Se si guarda alla città unica con questo spirito e con questa convinzione non sarà difficile superare discussioni e difese di posizioni di retroguardia che nulla hanno a che fare con l'offerta ai cittadini di soluzioni e servizi adeguati alle sfide che abbiamo davanti. Per tutte queste ragioni con maggiore impulso ci faremo promotori di una iniziativa mirata a una interlocuzione seria e costruttiva con tutti i consiglieri eletti nella provincia di Cosenza, perché è in Consiglio regionale che si gioca la partita. Siamo stati strumentalmente attaccati per non aver opposto irrazionale resistenza alla proposta di legge regionale sulla fusione delle città. Noi che siamo stati protagonisti e determinanti nel portare a termine il processo di fusione ben più complesso di Corigliano e Rossano, dove la sfida era molto più difficile e irta di difficoltà legata al localismo sfrenato e alle profonde differenze esistenti nelle realtà coinvolte, guardiamo a questo processo con grande speranza».