Il percorso è ormai tracciato e del resto lo era da mesi in casa Pd dove c’era l’intento di piazzare Nicola Fiorita in pole per ottenere la sospirata candidatura a sindaco di Catanzaro. Ma non sono tutte rose e fiori, dentro e fuori il partito, e tra poco spiegheremo il perché. Comunque sia, la prima domanda che sorge spontanea è relativa a chi lo abbia voluto con tanta insistenza fino al punto di alimentare divisioni e malumori interni?

I soliti rumors dicono tre figure importanti tra i Dem del territorio a vari livelli. Si tratta di Antonio Viscomi (come ovvio alla ricerca di una riproposizione “utile” nelle liste per il Parlamento); Ernesto Alecci (nuovo uomo forte fra i Democrat locali e non solo, che oltre a essere neoconsigliere regionale potrebbe ambire nel prossimo futuro a qualche incarico di ancora maggiore prestigio) e Salvatore Passafaro (segretario cittadino che desidererebbe invece essere fra sei mesi un membro dell’ipotetica squadra di governo Fiorita, magari in cambio di un arretramento sul coordinamento provinciale rispetto a cui allo stato pare proprio essere avanti su tutti Giusy Iemma).

Ma detto ciò, ecco profilarsi il secondo quesito: Fiorita è del Pd? No. È il leader di Cambiavento, nel 2017 sceso in campo persino in antitesi al centrosinistra tradizionale. Come premesso, però, attorno a lui si è trovata la quadra. E quindi, amen. Tanto è vero che il passaggio per la sua investitura si profilerà così: attraverso una mozione o primarie (chiuse) in cui tracciargli la strada. Basta soltanto attendere i congressi per formalizzare tutto. Perché chi conta davvero ha già le carte giuste in mano.

Uno scenario definito, allora, con buona pace di quanti non sono d’accordo che in qualche caso starebbero chiedendo udienza a Roma al fine di rimettere in discussione a loro vantaggio la posizione della Iemma al Provinciale e ottenere “vere” primarie aperte di coalizione. Una mission impossible o quasi, però. Considerato come l’andamento delle elezioni 2022 in cima ai Tre Colli sembra prestabilito in ragione di tanti fattori. Alcuni dei quali, che hanno per giunta poco da spartire con la politica squisitamente intesa. Senza contare che se il ventilato sostanziale ritocco degli emolumenti dei pubblici amministratori - dal sindaco fino, scendendo per li rami, all’ultimo dei consiglieri - ci sarà, l’ufficio di… collocamento di Palazzo De Nobili diventerà il più ambito perché ai 32 fortunati prescelti (primo cittadino, per cui il discorso è diverso, escluso) spetterà un ottimo stipendio per un lavoro in fondo non troppo impegnativo.

Torniamo, però, al Pd e alle vicende che lo animano nel capoluogo e dintorni. Area dove in parecchi tendono da mesi a tirare per la giacchetta Alecci, che dal canto suo una pacca sulla spalle pare non negarla ad alcuno dei richiedenti sostegno. È il motivo per cui, qualcuno soprattutto in vista delle Amministrative gli avrebbe chiesto - come peraltro accennato in precedenza - di assumere degli impegni precisi. Due le istanze: una sponsorizzazione per l’ingresso nell’Esecutivo di Catanzaro (allo scopo di evitare la conta delle tessere ai congressi e rimettere dunque in discussione posti pare già assegnati) e non proporre per l’inserimento nella lista Dem qualche aspirante consigliere comunale ritenuto ingombrante. Appello, definiamolo così, che parrebbe essere stato accolto. Tant’è vero che Alecci per mettere subito le cose a posto avrebbe pensato di strutturare una lista proprio in collaborazione con la persona a cui non si vogliono aprire le porte del Pd.