LAMEZIA TERME - Il Pd prepara l’assemblea regionale con più di qualche patema. Le primarie non sembrano ancora un fatto scontato. E il timore che prima o poi si materializzi il 'papa nero' alimenta il sospetto di un colpo a sorpresa del premier. Per domani, salvo ulteriori rinvii (già si parla di giovedì 4 settembre), è previsto che si riunisca il massimo organo calabrese. La carica dei 300 a Lamezia terme dovrà essere preceduta però da qualche calcolo a questo punto ineludibile. Bisognerà capire, in primis, se e su quali posizioni si possa trovare un maggioranza che consenta di superare le primarie. Ernesto Magorno ci prova da settimane ad evitare la consultazione dal basso. E sa che Matteo Renzi pretende una soluzione unitaria. Certo, gli strumenti a sua disposizione non sono molti, visto che tra gli stessi renziani, l’unità è un’utopia. E allora, per far desistere Mario Oliverio , non rimarrebbero che i numeri. Ovvero, provare a  dimostrare al presidente della provincia di Cosenza, dati alla mano, che il 66% dei membri dell’assemblea condivida una soluzione alternativa. Un compito davvero improbo per il segretario che in quel di Lamezia Terme dovrebbe trovarsi al proprio fianco se non Debora Serracchiani, di sicuro Lorenzo Guerini: tirare fuori il candidato condiviso da 166 membri. Numeri al momento irraggiungibili per chiunque. Peraltro, le primarie istituzionali giocano a favore del lanciatissimo bersaniano, che rifiuta contentini e rimane fermo alla data del 14 settembre per le consultazioni interne, indicata nel documento sottoscritto da Magorno e Serracchiani.  L’ipotesi di votare il 12 ottobre – in virtù della partecipazione probabile di Corbelli alle primarie per legge – è stata  nel frattempo accantonata persino dal sottosegretario Luca Lotti, che da Falerna ha suggerito un’altra data: ‘ In Calabria si deve votare – ha tuonato alla festa del Pd  - il prossimo 26 ottobre>> (Renzi aveva accettato il 12 Ottobre), ribadendo, come avevano fatto prima di lui Debora Serracchiani e Roberto Reggi, il proprio appoggio a Gianluca Callipo in nome del cambiamento. <<Perché il governo e la Calabria – ha precisato – devono camminare insieme>>.  Segno che il ‘papa nero’, almeno per come lo immagina Renzi, non viene affatto da lontano!