«Questa zona nello spazio di cinque-sette anni può davvero cambiare volto». Ne è convinto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, intervenuto questo pomeriggio al porto di Corigliano Rossano nel corso di un convegno organizzato da Assonautica Cosenza sul tema “Calabria ed economia del mare, istruzioni per l’uso… cercasi”.

Il rappresentante del governo Meloni ha toccato alcuni temi fondamentali per la nostra regione ed il nordest calabrese. Ma ha anche invitato le regioni del Sud a sedersi attorno ad un tavolo per pianificare lo sviluppo che in Calabria «dovrà essere governato dalla Regione, coinvolgendo pubblico e privato».

Una sorta di assist, quindi, all’insediamento industriale da 60 milioni di euro proposto dalla Baker Hughes nello scalo marittimo coriglianorossanese, sostenuto con forza dall’amministrazione a guida Occhiuto e dall’Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio.

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Musumeci ha anche risposto a quanti chiedono che l’Italia interceda con Bruxelles per sbloccare la piccola pesca artigianale che da queste parti è quella alla sardella, l’oro bianco dello Ionio che da secoli rimpolpa l’economia locale per molti mesi l’anno.

«L’economia del mare cresce soprattutto al Sud»

«L’economia del mare – ha affermato il ministro Musumeci – cresce soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, cresce nelle sue sette filiere e questo appuntamento di oggi a Corigliano Rossano assume un significato particolare, che nelle mie intenzioni vuole essere un momento di confronto, di consuntivo e di preventivo su cosa si è fatto e cosa si può fare per valorizzare al massimo il mare inteso come risorsa. Le regioni con particolari difficoltà di sviluppo, quindi sostanzialmente tutte quelle del Mezzogiorno che hanno la fortuna di essere bagnate dal mare potranno e dovranno trovare un momento di sintesi attorno ad un tavolo».

«In Calabria credo debba essere la Regione a governare la filiera assieme a pubblico e privato. Governo e Parlamento in questa direzione non avranno alcuna difficoltà a sostenere ogni utile iniziativa nella nautica, nella cantieristica, nel turismo balneare e in quello sportivo, nella valorizzazione della biologia marina e in tutte le attività che ruotano a questo straordinario bene che è il mare. Qui in Calabria – è andato avanti il capo del dicastero alle Politiche del mare – non c’è nulla da inventare, bisogna solo mettere a punto tutte le sinergie e pianificare e programmare chi deve fare cosa. La risorsa più importante c’è e bagna 800 chilometri di costa che consente a questa regione di poter invertire una tendenza ed inseguire un modello economico assolutamente compatibile perché ecologicamente sostenibile».

 «In Europa non hanno capito che ogni regione ha il suo modello di pesca artigianale»

Musumeci ha illustrato, poi, i passi compiuti dal governo Meloni nella direzione della piccola pesca artigianale. «Il collega Lollobrigida – ha sottolineato – ha fatto sentire la voce dell’Italia. Venendo qui ho osservato il porto e la flotta peschereccia. In Europa non hanno compreso che ogni regione vanta un modello di attività ittica. Qui ci sono tradizioni che si tramandano di padre in figlio e si tratta di una pesca essenzialmente sotto costa, artigianale, che impegna oltre la metà degli addetti. Paralizzare questo tipo di attività significa infliggere un ulteriore duro colpo all’economia marittima del Mezzogiorno. Sono convinto che l’Europa saprà valorizzare le osservazioni che sono arrivate dal governo italiano per alleggerire alcune norme che appaiono fortemente penalizzanti. Dal canto suo il pescatore dovrà dimostrare di essere particolarmente attento e responsabile all’equilibrio della fauna ittica, ma credo lo sia già per natura perché ha tutto l’interesse a farlo».

«Accarezzare e cogliere le opportunità»

A proposito di opportunità di sviluppo, a riguardo dell’insediamento industriale proposto da Baker Hughes, il ministro ha invitato a cogliere le opportunità.
«Questa è una zona straordinaria dal punto di vista della vocazione marittima. Il tema serio è la sburocratizzazione dei processi e soprattutto la programmazione. Noi meridionali che soffriamo di un esasperato individualismo, abbiamo difficoltà a programmare, realizzare i tempi e le risorse necessarie. Adesso serve il progetto. Se l’autorità portuale e gli enti locali trovano una sintesi, con la programmazione della Regione e se serve con l’intervento del governo nazionale, questa zona nello spazio di cinque-sette anni può davvero cambiare volto. Il mare c’è già – ha concluso Nello Musumeci – bisogna saperlo accarezzare e coglierne le opportunità con un progetto che sia sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista sociale. Sono molto ottimista».