Continua, sia pure a lento ritmo, il delicato processo di riforma dei settori idrico e rifiuti in Calabria. Le ultime novità arrivano soprattutto sul fronte dell’acqua. Sorical ha infatti individuato il suo nuovo direttore generale in seguito alla manifestazione d’interesse indetta dal commissario Cataldo Calabretta, che si era chiusa lo scorso 30 ottobre. Sarà Giovanni Paolo Marati, nato in provincia di Lecce e laureato alla Sapienza di Roma in Ingegneria Idraulica nel 1986 a guidare la società. Si tratta di un manager che ha grande esperienza nel settore. Ha iniziato svolgendo il ruolo di Business Project Manager in Enel Hydro S.p.A. poi è stato amministratore delegato di Gori Spa, Acque Spa, Publiacqua Spa ed infine è stato dirigente per oltre dodici anni di un colosso come Acea.

Insomma un curriculum di tutto rispetto e Marati dovrà dare fondo a tutta la sua esperienza professionale per cercare di mettere ordine al disastrato settore idrico calabrese. In particolare dovrà completare il processo di trasformazione di Sorical da società di vendita dell’acqua all’ingrosso a gestore unico di tutto il ciclo idrico. Il punto di partenza è l’acquisizione delle quote dei privati da parte della Regione che ha trasformato Sorical in società interamente pubblica. Adesso il vero problema è far diventare la società idrica il braccio operativo del nuovo ente di governo voluto dal presidente Occhiuto ovvero l’Arrical

Per ora anche Arrical è ferma perché si attende l’adesione di tutti i comuni calabresi attraverso specifiche delibere di consiglio comunale. Ci sono però alcuni sindaci che nicchiano, come abbiamo già scritto, sollevando alcune perplessità in ordine alla fase operativa. Secondo la legge, infatti, Sorical dovrebbe subentrare  nella gestione del servizio idrico in luogo dei comuni, anche sotto il profilo della riscossione. Il problema che hanno posto molti primi cittadini, in un'apposita riunione che si è svolta a Rende, è cosa succederà concretamente dal primo gennaio in poi: se si rompe una tubatura, chi dovrà intervenire? Nei bilanci di previsione le entrate legate ai tributi devono essere previsti o no? Qualora fosse attivo un mutuo per realizzare infrastrutture, chi dovrà pagare le rate il Comune o Sorical? Che margini di liquidità avranno le casse comunali se vengono privati della riscossione su acqua e rifiuti? Quali saranno i tempi tecnici necessari per trasferire non solo i ruoli dei singoli comuni ma anche tutti gli asset? Come verranno stabilite le tariffe sui rifiuti se i livelli di raccolta differenziata sono differenti fra i vari comuni?

Occhiuto ha capito che i problemi sono concreti per questo ha convocato tutti i sindaci per il 28 mattina alla Cittadella per spiegare, insieme a Bruno Gualtieri commissario dell’ente, come funzionerà operativamente la vicenda dal primo gennaio in poi. Vedremo se i chiarimenti verranno giudicati adeguati dai sindaci. Quel che è certo è che i due settori attendono da troppo tempo una riforma incisiva. 
Sopratutto nel settore rifiuti i tempi sembrano allungarsi dopo che la manifestazione d’interesse per il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro (che costituirà il perno del sistema in Calabria) si è conclusa in un nulla di fatto e si è dovuta novellare. Così come resta al palo la realizzazione di una impiantistica pubblica soprattutto nella provincia di Cosenza dove proprio non si riesce ad individuare, nonostante oltre tre anni fa sia stato nominato un commissario ad hoc, un luogo dove realizzare l’ecodistretto. Eppure non si tratta di un problema di oggi.

«È arrivato il momento di rompere, una volta per tutte, un sistema che non funziona, che produce emergenze cicliche e che comporta un enorme spreco di risorse pubbliche. Va così da circa vent'anni, ora bisogna avere il coraggio di avviare una vera rivoluzione. L'ultima  ordinanza che ho emanato punta perciò sugli impianti pubblici già presenti sul territorio, gli stessi impianti che, per circa vent'anni, sono stati sotto o male utilizzati, per ragioni oscure e mai del tutto chiarite. Comprendo e sono vicina ai cittadini e ai sindaci costretti a fare i conti con tanti disagi ormai diventati ciclici come l'alternarsi delle stagioni. Questa è una sfida per tutta la Calabria, per la Regione, per gli Ato, per le singole comunità. Abbiamo le competenze e le risorse per centrare il risultato, ma dovremo lavorare seriamente verso l'obiettivo finale, altrimenti tra pochi mesi ci ritroveremo al punto di partenza. Dobbiamo mettere a soqquadro questo sistema perverso. E finalmente crearne un altro: sostenibile per i territori, vantaggioso per le casse pubbliche, al servizio dei cittadini».

Così scriveva sui social la compianta Jole Santelli. Era il 22 maggio del 2020. Oggi Jole non c’è più ma nulla di concreto da allora si è mosso. Quest’estate l’emergenza rifiuti si è riuscita a tamponare ricorrendo all’ammasso di ecoballe, ma anche queste prima o poi toccherà smaltirle. Serve quindi davvero accelerare se non vogliamo continuare nel costosissimo turismo dei rifiuti e dare un senso concreto alla raccolta differenziata?.