Anche gli "amici" abbandonano il governatore. Le assenze dei fedelissimi Giovanni Nucera e Flora Sculco determinano la bocciatura in Commissione dei rendiconti di Arsac, Aterp e Azienda Calabria lavoro. Salta anche la legge per la liquidazione del consorzio ormai in default, mentre si apprende che il revisore unico è stato già più volte ascoltato dai magistrati
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Ha dell’incredibile quanto successo in Consiglio regionale. La maggioranza di centrosinistra è evaporata ormai da tempo, ma adesso non riesce neanche più a far svolgere i lavori delle Commissioni.
È saltata, di nuovo, la seduta congiunta della I Commissione “Affari Istituzionali” e della II “Bilancio” che avrebbero dovuto approvare la legge di liquidazione del Corap, con i lavoratori in attesa davanti palazzo Campanella. Ancora una volta il presidente della I Commissione Franco Sergio ha dovuto rinunciare ad avviare i lavori per assenza del numero legale. Stavolta sotto i riflettori finisce l’assenza di Giovanni Nucera che pure dovrebbe essere tra gli uomini più fidati di Mario Oliverio.
La situazione, se possibile, peggiora poi in II Commissione, dove il numero legale c’è, ma non la maggioranza. E, così, al presidente dell’organismo Giuseppe Aieta, non è rimasto altro che certificare la bocciatura di importanti provvedimenti portati dalla giunta e che potrebbero creare difficoltà in ordine all’approvazione del bilancio. La Commissione, con il voto contrario di Arruzzolo, Neri e Orsomarso ha bocciato il Rendiconto finanziario 2018 dell’Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura), il Rendiconto 2018 dell’Aterp (Agenzia per l’edilizia residenziale pubblica) e il Rendiconto 2018 dell’Azienda Calabria Lavoro. In questo caso determinante per la sconfitta è stata l’assenza di Flora Sculco, altra tra i più fedeli sostenitori di Mario Oliverio.
A completare il tragico quadro di giornata la seduta congiunta di Commissione Antindrangheta e Vigilanza con l’audizione del revisore unico del Corap, Sergio Tempo. «Nel rispetto delle specificità delle due Commissioni, è un sentire comune - sottolineano i presidenti Morrone e Bova- la ricerca di una proposta che possa dare continuità al Corap, salvaguardando gli interessi dei creditori, dei lavoratori e dell’Ente. Al riguardo, abbiamo preso atto delle considerazioni di Sergio Tempo circa l’inopportunità di attivare la liquidazione coatta amministrativa che consentirebbe di fatto la fine del Corap, con particolare pregiudizio della Regione Calabria, dei soggetti economici e dei lavoratori che hanno avuto rapporti con l’Ente. Dall’audizione di Sergio Tempo- aggiungono Morrone e Bova- è emerso come lo stesso revisore sia stato nominato circa dieci mesi dopo la nascita dell’Ente, avvenuta per accorpamento delle cinque Asi, creando così un vuoto totale di controllo a causa della mancanza di qualsiasi organo deputato a tal fine. Pertanto, il fatto che lo stesso revisore abbia dichiarato di essere stato sentito più volte dalla Procura di Repubblica di Catanzaro, è ulteriore conferma della bontà delle nostre ragioni di approfondire, in seno alle Commissioni, l’intera vicenda Corap».
Il peggiore viatico possibile, insomma, per i lavori del Consiglio regionale di martedì, prima dei quali si farà un nuovo tentativo, il quarto, di riunire le Commissioni in seduta congiunta per venire a capo della legge di liquidazione.
Riccardo Tripepi