“Non consentiamo a nessuno, nè tantomeno a Tallini, di sindacare sull'attività svolta dal gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale”. Lo dichiarano i componenti del gruppo di Forza Italia del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, Ennio Morrone e Nazzareno Salerno. “La nostra – aggiungono – è un'azione ispirata ai nobili valori ed espletata, in modo efficace ed incisivo, attraverso un'intensa attività politica ed istituzionale caratterizzata da interventi in Consiglio e sui media, peraltro riscontrabile erga omnes, da verbali e da rassegne, tranne che da chi non legge o non vuole leggere o finge di non capire. Sarebbe opportuno che ognuno pensasse a fare il proprio lavoro in un contesto di coalizione in cui dovrebbe prevalere la coesione e non le divisioni, volute e rimarcate per protagonismi personali, o, meglio, impulsi derivanti da moti di ribellione, frutto di una cultura che ci differenzia e ci sostanzia in un'opposizione che definiamo democratica, senza pregiudizi, svolta con iniziative di ispezione e di controllo senza certamente nè urla, nè schiamazzi, nè teatrini. Ma ponendosi, allo stesso tempo, come alternativa di governo non solo attraverso la denuncia delle criticità, ma anche con la qualità della produzione e nello svolgimento di un agire che, oltre all'accertamento, punta alla proposta. Ci spiace molto constatare, ancora una volta, atteggiamenti piuttosto discutibili da parte di qualcuno del centrodestra che vanta esperienze di governo anche nel centrosinistra e che è andato spesso nel pallone, entrando in contraddizione con se stesso”.


“Se fare opposizione dura significa mortificare e umiliare la dignità altrui – continuano i consiglieri – ciò non ci appartiene. Se fare opposizione dura significa andare in Aula col fischietto, con le bandiere e fare show, questo lo lasciamo ad altri più bravi di noi. Se fare opposizione dura significa strumentalizzare e fare esibizionismi e demagogia per raggirare le verità, ciò non ci riguarda. Se fare opposizione dura significa essere litigiosi e belligeranti, lasciamo che la gente, ormai stanca dei teatrini della politica, valuti al momento del "redde rationem", chi sono coloro che interpretano il mandato rispetto alla delega conferita dagli elettori”.