I Dems denunciano l’allestimento di una consultazione preconfezionata in vista dell’elezione del nuovo segretario regionale e negano che il regolamento sia stato approvato all'unanimità
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«L'ultima trovata del Pd calabrese è il segno dello stato comatoso in cui versa il partito». È quanto si afferma in un comunicato della componente calabrese Dems, che a livello nazionale fa riferimento ad Andrea Orlando e in Calabria a Carlo Guccione. In particolare, nella nota si punta il dito contro la presunta unanimità con cui sarebbe stato approvato il regolamento, in vista del congresso fissato per il 16 dicembre.
«Niente di più falso - continuano gli esponenti democrat -. Solo 5 presenti su 18 facenti parte della commissione, di cui 2 hanno votato contro. Non solo, prima di qualsiasi e ipotetico voto è stato rivolto dall'on. Reale, un accorato appello affinché si ritrovi la ragione, prima di una sconfitta annunciata. Un appello rivolto a chi governa la Regione, a mettere da parte supponenza e tracotanza. Ad aprire finalmente gli occhi e a ritrovare umiltà e capacità di ascolto».
«È il caso di ricordare a chi fa finta di nulla - prosegue la nota - che dal mese di aprile Dems ha dato il massimo di disponibilità e impegno nella commissione per il congresso regionale. Proponendo percorsi condivisi, tesi a far uscire il Pd dalle secche, dai vari pantani, certificati dalla batosta elettorale del 4 marzo. Si è arrivati alla fine, con il solito pacco preconfezionato da tempo, mortificando il lavoro svolto anche sotto Ferragosto».
Una presa di distanza netta dalle dinamiche che stanno guidando il partito calabrese verso l’elezione del nuovo segretario che dovrà prendere il posto di Ernesto Magorno.
«A parole - concludono - il nostro sforzo e la nostra volontà veniva apprezzata e ritenuta l'unica via utile per il Pd, per poi nei fatti smontarla e disattenderla clamorosamente e con scientificità. La presa in giro e il tempo perso, unite al danno irreparabile che si fa al Pd, sono la cifra del clima che si vive e che con forza si è voluto generare. Noi come Dems di tutto ciò non abbiamo responsabilità, volevamo e vogliamo salvare il Pd da nuove tempeste e sconfitte annunciate. Per questo ribadiamo l'appello a fermarsi per trovare il senno perduto della ragione. E adoperarsi per risalire la china, nell'interesse del nostro partito e della Calabria».