Il viaggio in Calabria di Matteo Renzi può dirsi concluso. Sostanzialmente si può tranquillamente affermare che sia concluso senza particolari intoppi. Anche le contestazioni annunciate alla vigilia del viaggio, in sostanza, si sono limitate a sit-in, per lo più da parte di pezzi di centro-destra e, dunque, di avversari politici di Renzi, ergo, inefficaci sul piano dell’incidenza mediatica. Delusi anche tutti coloro che si aspettavano sgarbi e atteggiamenti snobistici ai danni del governatore della Regione Mario Oliverio,  il quale, invece, ha sostanzialmente sempre affiancato il segretario nazionale del PD per tutta la durata del viaggio.

 

C’è stato anche il tempo di fare un punto politico a bordo del treno nel tratto Rosarno-Cirò con lo stesso Presidente della regione e con la deputazione democratica. Il viaggio di “ascolto” dell’ex presidente del consiglio, dunque, è stato improntato al politically correct, con buona pace dei polemisti e dei cosiddetti “gufi” per dirla alla Renzi. Il segretario ha avuto il tempo di rendersi conto della condizione dei trasporti nella nostra regione e, pur rivendicando il merito di consistenti finanziamenti per l’ammodernamento della 106, ha dovuto ammettere che è profondamente ingiusto che, per percorrere il tratto ferroviario Rosarno- Cirò, ci si impieghi 3 ore, lo stesso tempo per andare, tornare e riandare tra Firenze e Roma. Una bella affermazione che smentisce, tuttavia, i ragionamenti del Ministro Del Rio che, invece, da questo orecchio non vuole sentire.

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Da questo punto di vista si può dire che l’ex Premier, porta a casa una consapevolezza ma anche un impegno per il futuro. Un impegno del quale si possono benissimo gettare le basi ora. Renzi e il PD sono al Governo del Paese e della Regione. Se Renzi ha veramente a cuore le sorti di questa Regione e, come egli ha sostenuto, ha ascoltato, allora ha il dovere di imprimere un segnale fin da subito. Le eccellenze imprenditoriali che ha conosciuto,   le aree a vocazione turistica che ha visitato, hanno bisogno di una rete di trasporti efficiente, hanno bisogno di rompere la cortina di isolamento che gli è stata imposta rispetto ad altre parti d’Italia. Solo partendo da ciò, potremmo mettere in “movimento” questa regione. Diversamente, il suo tour via treno in Calabria, seppur suggestivo, corre il rischio di essere catalogato nell’archivio di una delle tante, forse troppe, passarelle elettorali che hanno interessato questa Regione.  

 

Pa.Mo.