La seconda giornata della Festa de l’Unità di Cosenza, dove tra gli altri era atteso Antonio Decaro, è saltata per il maltempo, ma la prima non ha deluso le attese, con una partecipazione nutrita di iscritti al Partito Democratico e la prevista razione di strascichi polemici derivanti dalle lacerazioni interne al Pd cittadino, all’ombra di Palazzo dei Bruzi.

Partito con pluralità di voci

Il segretario regionale Nicola Irto, protagonista del panel inaugurale della manifestazione, ci prova a gettare acqua sul fuoco. Saluta il capogruppo in consiglio regionale Mimmo Bevacqua (ma non doveva essere fuori dalla Calabria?) in un bar attiguo a Piazza Carratelli, sede dell’iniziativa. Poi viene accolto sul palco dalla segretaria del locale circolo democrat Rosi Caligiuri e dal giornalista Filippo Veltri.
Sui mal di pancia scaturiti dalle diversità di vedute all’interno del partito su sanità e città unica, ma anche sul  complesso rapporto con i tre consiglieri comunali dissidenti Tinto, Trecroci e Graziadio, non nega delle difficoltà nel ristabilire un dialogo, ma riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Mi preoccupano i luoghi dove si sta zitti, dove uno si alza la mattina e dice a tutti gli altri cosa deve fare. Ogni riferimento a Roberto Occhiuto è puramente voluto – dice il senatore – La discussione, anche aspra, è la forza del Partito Democratico. In Calabria – ricorda – abbiamo vinto tutte le amministrative nei comuni con più di 15mila abitanti. Quindi si tratta della strada giusta da seguire».
Sul rischio che le fratture possano diventare talmente profonde da non poter più essere ricomposte si dice ottimista: «Sono fiducioso che il confronto interno possa essere invece una ricchezza ed anche un punto di forza. La Festa dell’Unità serve soprattutto per parlare ai cittadini. Per altre vicende ci sono gli organismi del partito. La nostra è una formazione plurale, complessa. E però non vedo altri partiti protagonisti come il Pd nel dibattito pubblico calabrese e nazionale».

Ancora una casella vuota

C’è però un’anomalia tutta cosentina, relativa alla estromissione del Pd da una casella di non secondaria importanza della giunta comunale, quella del vicesindaco. Da quasi un anno i democrat, che pure hanno contribuito in maniera determinante all'ascesa di Franz Caruso, eleggendo una pattuglia composta da otto consiglieri, hanno perso un posto in giunta. E ad oggi non ne hanno rivendicato il reintegro: «Con l’amministrazione c’è un confronto aperto. Presto il tavolo di centrosinistra si riunirà non solo per assegnare una poltrona, ma anche per un rilancio del progetto politico con la massima condivisione di tutte le forze che contribuirono a quel successo. Il luogo deputato a risolvere la questione è una interpartitica da svolgere alla luce del sole e in trasparenza».

Sanità e autonomia differenziata

Nicola Irto poi, spostandosi sui temi nazionali, sottolinea come un’alleanza larga, forte, alternativa alla destra possa essere costruita partendo dalla convergenza che le forze appartenenti al campo largo, hanno trovato rispetto all’autonomia differenziata: «Il Partito Democratico ha sulle spalle il peso della responsabilità di tenere tutti assieme – dice – Lo abbiamo a livello nazionale, nelle regioni in cui si andrà a votare e lo abbiamo avuto nei tanti appuntamenti con le urne vinti, come recentemente a Vibo Valentia». Sulla sanità affonda: «Mai siamo arrivati così in basso con l’aumento della migrazione sanitaria, reparti che chiudono, medici che scappano, primari che si dimettono. È quindi utile restare in trincea, provando a dare una direttrice per risolvere i problemi. Con una grande battaglia del Pd a Gallico, nel reggino, si è evitata la chiusura del poliambulatorio. Dobbiamo stare sul pezzo e vigilare anche sul corretto svolgimento delle funzioni di chi dirige le strutture sanitarie. E chi ricopre ruoli apicali nelle aziende sanitarie ed ospedaliere deve essere libero da lacci e lacciuoli, slegato dalle logiche politiche e partitiche e scelgano davvero nella direzione di tutelare il diritto alle cure dei calabresi».