Il governatore si attiva per tentare di piazzare profili graditi nei dicasteri. Per Il Giornale sarà lui a indicare il responsabile per il Mezzogiorno. E Bertolaso è in pole per il dopo Speranza
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I governi devono essere conformi non solo alla natura degli uomini governati, come diceva Vico, ma forse anche a quella dei governatori. Roberto Occhiuto lo sa bene. Sarà per questo che, ormai con cadenza quotidiana, i giornali nazionali ne segnalano l’attivismo sul fronte romano, in quelli che sono i giorni cruciali per la formazione del Governo di Giorgia Meloni.
A caccia di alleati
Il presidente della Calabria cerca alleati nei ministeri e sta usando la sua fitta rete di relazioni, costruita in vent’anni di Parlamento, per contribuire alla scelta degli inquilini di alcuni dicasteri strategici. Su tutti quelli della Sanità e del Sud.
Che il capo della giunta regionale sia particolarmente interessato alla nascita del nuovo esecutivo non è un mistero. Occhiuto è stato uno dei pochi dirigenti di Forza Italia ammessi a Villa Grande, il quartier generale di Silvio Berlusconi a Roma, nelle ore che hanno preceduto la disfatta del Senato, con La Russa eletto presidente pur senza i voti degli azzurri. Da lì in poi, il diluvio, con il Cavaliere che (inavvertitamente?) espone a favor di teleobiettivo i suoi giudizi tranchant sulla prossima premier («supponente e arrogante») e la diretta interessata che assesta una replica mortifera («non sono ricattabile»).
Oggi, dopo la mediazione di Gianni Letta e dei figli, Berlusconi andrà nella sede di Fdi in via della Scrofa per far pace con Meloni, (provare a) ribadire l’unità del centrodestra e concordare l’assetto definitivo del nuovo Governo.
Una volta ufficializzata la ricucitura, Occhiuto tirerà un sospiro di sollievo. L’ex capogruppo di Fi alla Camera è consapevole di quanto sia necessario un esecutivo amico per governare una terra difficile come la Calabria.
Personalità gradite
Anche per questo Occhiuto – dicono fonti attendibili del centrodestra calabrese – si sta dando un gran da fare per tentare di piazzare personalità gradite nei ministeri chiave.
Oggi Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi da sempre molto vicino a Occhiuto, riferisce che toccherà proprio al presidente della Calabria «indicare il nome a Fi» per il ministero del Sud. Proprio lo stesso dicastero finora guidato da Mara Carfagna, l’ex forzista che ha sempre considerato Occhiuto uno dei suoi più fedeli alleati all’interno del partito azzurro.
È stata Carfagna, per dirne una, a sottoscrivere, a inizio ottobre, il Contratto istituzionale di sviluppo “Volare”, che prevede uno stanziamento di 215 milioni per la riqualificazione dei tre aeroporti calabresi. Fondi che daranno una grossa mano d'aiuto alla Cittadella per il rilancio dell’intero sistema regionale.
Guanti per Azienda 0
Decisivo, in questo primo anno di legislatura, è stato pure il contributo di Maria Stella Gelmini. Il ministero per gli Affari regionali, secondo gli osservatori più maliziosi, avrebbe usato i guanti rispetto ad alcune leggi calabresi formalmente non ineccepibili. Come quella su Azienda 0, il nuovo ente di governance della sanità fortemente voluto da Occhiuto.
La legge istitutiva di A0 è infatti stata più volte modificata e resa armonica rispetto all’ordinamento statale proprio su suggerimento del dicastero diretto da Gelmini.
La vera partita
La partita vera è però un’altra e ha a che fare con via XX settembre. Occhiuto lo aveva chiarito subito dopo la sua nomina a commissario: «Sulla riforma della sanità si misurerà il successo o meno del mio governo». Ora, mentre il presidente si appresta ad avviare la sua “manovra d’autunno” (3.600 assunzioni, incentivi per i sanitari e ricognizione del debito, lo spartiacque è il Governo.
Occhiuto avrebbe di sicuro accolto di buon grado la nomina di Licia Ronzulli a ministro della Salute. La senatrice di Fi, diventata casus belli della crisi tra Berlusconi e Meloni e ormai fuori dalla corsa per un ministero, aveva avuto un ruolo decisivo nella sua candidatura a governatore e di certo lo avrebbe supportato nei suoi progetti di riforma del comparto.
Occhiuto adesso deve sperare che le indiscrezioni delle ultime ore diventino realtà. E cioè che il dopo Speranza sia affidato all’uomo-ovunque del berlusconismo, quel Guido Bertolaso che lo stesso presidente della Giunta avrebbe voluto assessore in Calabria, prima di virare su Mauro Dolce.
Con Bertolaso in via XX settembre, il governatore potrebbe finalmente portare a casa la proroga del Decreto Calabria, in scadenza il 10 novembre, con una modifica in grado di assegnare ancora più poteri al commissario (cioè a lui stesso).
Il jolly di Occhiuto
Occhiuto ha diversi atout da giocarsi per vincere la sua partita personale. È uno dei massimi dirigenti nazionali di Fi e conosce a menadito le dinamiche governative e parlamentari. La Calabria conta poco sullo scacchiere nazionale, ma il governatore è comunque a capo di una Giunta di centrodestra in cui la parte del leone spetta ai berlusconiani.
Peraltro Occhiuto, dopo l’elezione al Senato di Fausto Orsomarso, presto dovrà nominare un assessore in quota Fdi. I meloniani, insomma, potrebbero avere un qualche interesse nel tenere da conto le richieste o le aspettative del presidente calabrese.
Anche perché Occhiuto ha un altro jolly, il più importante di tutti: controlla un granitico drappello di parlamentari di Fi, del quale fanno parte anche il fratello Mario (Senato) e la compagna Matilde Siracusano (Camera). Meloni, malgrado il trionfo elettorale, può contare su una maggioranza non troppo ampia nei due rami del Parlamento e non può permettersi di creare malumori in parti più o meno piccole della sua coalizione.
Il sottogoverno
Occhiuto, spiegano fonti romane del partito azzurro, avrà un ruolo anche nella lotteria del sottogoverno. Uno dei favoriti per un incarico da sottosegretario è il coordinatore regionale di Fi Giuseppe Mangialavori, forte del risultato clamoroso (16%) ottenuto dal partito in Calabria. Per Occhiuto sarebbe una soluzione ottimale, visto il solido asse creato negli ultimi anni con il neo deputato.
Il presidente potrebbe comunque reclamare altri spazi, nelle commissioni e nei gruppi, per la compagna e il fratello.
L’ex sindaco di Cosenza, da parte sua, fin dal suo insediamento ha dimostrato un certo attivismo, mostrandosi particolarmente a suo agio nei nuovi panni di senatore. Prima ha costituito, con il collega Pella, un intergruppo sulla qualità della vita nelle città, per poi dare – in un’intervista al Quotidiano del Sud – una singolare quanto non accreditata interpretazione degli appunti di Berlusconi: «Nessuna offesa a Meloni, sul foglio aveva annotato le riflessioni dei senatori di Fi». Più realista del re. Nei giri che contano si entra anche così.