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Gli alfaniani calabri che già avevano messo in cassaforte la carica di presidente della Commissione “Giustizia” di palazzo Madama andata all’avvocato reggino Nico D’Ascola, adesso possono festeggiare un sottosegretario (Dorina Bianchi) e un “quasi” vice ministro allo Sviluppo Economico (Tonino Gentile).
Per la prima c’è il posto di sottosegretario alla Cultura e al Turismo. Una mezza vittoria, considerato che per un periodo si era ipotizzato che Dorina potesse diventare ministro e prendere il posto di Maria Carmela Lanzetta agli Affari regionali, casella che invece è andata ad Enrico Costa di Area Popolare. Sfumata questa ipotesi, alla vigilia si dava come probabile una sua esclusione dal rimpasto ed invece la nomina finale.
Per quel che riguarda Tonino Gentile, invece, si profila attualmente un incarico da sottosegretario allo Sviluppo Economico che diventerebbe da vice ministro quando Carlo Calenda andrà ad occupare un incarico permanente a Bruxelles e cioè nel mese di marzo. Per Gentile si tratta in qualche modo di un ritorno, considerato che nel 2014 lo stesso era stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture, ma si era poi dimesso in seguito all’esplodere dell’Oragate.
Più in generale, però, le nomine di D’Ascola, Bianchi e Gentile danno la cifra dell’attuale stato dei rapporti tra il Pd di Renzi e il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano: così stretti che possono considerarsi preambolo della costituzione del futuro Partito della nazione. Unico approdo per gli alfaniani che attualmente viaggiano a percentuali troppo basse di consenso per avere mire di correre in autonomia. I calabresi poi sono stati per così dire esaltati proprio per non aver fatto mancare il proprio sostegno al premier, neanche nei momenti di maggiore difficoltà. Stando così le cose viene davvero difficile pensare che l’alleanza non venga riproposta in salsa calabra anche alle prossime amministrative. A Cosenza, ad esempio, è pronto ai blocchi di partenza Lucio Presta, uomo vicinissimo a Renzi. Scontato, a questo punto, dovrebbe essere l’appoggio dei Gentile al candidato, anche perché pare assai inverosimile che si possa ricucire lo strappo a suo tempo consumato con la coordinatrice Jole Santelli e i fratelli Occhiuto. Rimane solo da valutare se le condizioni generali potrebbero portare il Pd a rinunciare alle primarie per incoronare Presta o se i Gentile faranno in modo di far sentire il proprio peso anche in eventuali primarie.
Se a ciò si aggiunge poi lo spazio che guadagna la formazione politica di Denis Verdini, si capisce come l’allargarsi del Pd verso il centro rischia di mettere fuori gioco per lungo tempo sia le formazioni di sinistra che Forza Italia, ormai partito che sembra sempre di più sull’orlo dell’implosione.
Riccardo Tripepi