Se non si vede non si crede. Ma vederlo non è facilissimo, perché è sparito in fretta lo spot del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, ribattezzato “l’infiltrato speciale”, che ha voluto illustrare i benefici del cosiddetto decreto "spazzacorrotti" in un video che ha sollevato uno tsunami di sfottò.
Al netto del “che c’azzecca” il ministero degli Esteri con un tema così specifico, quello che resta è una sorta di televendita che inevitabilmente scivola nel grottesco. I toni, le parole, i gesti, i grossolani errori grammaticali (poliziotti con due Z e accenti messi a caso), tutto appare ridicolo, come quando il quasi-ministro avverte con tono perentorio: «Corrotti e corruttori, da oggi in poi il vostro collega potrebbe essere un poliziotto sotto copertura e sé (Sic!) vi becca non vi farà sconti». Un’idea “rivoluzionaria” la definisce Di Stefano. In attesa di vedere se funzionerà davvero e se alle buone intenzioni seguiranno risorse e mezzi, non resta che guardarsi lo spot cercando di non slogarsi la cervicale a forza di scuotere la testa.

 

 

Ben più grave, invece, è la gaffe del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che – ospite di Bruno Vespa a Porta a porta - ha avuto la brillante idea di posare con il giornalista e la sezione del plastico del ponte crollato a Genova, sfoggiando un’espressione da vincitore della riffa del santo patrono. La fissazione per i plastici di Vespa è nota (quelli di Cogne e Avetrana restano nell’immaginario collettivo), una spettacolarizzazione che gli stessi grillini hanno spesso stigmatizzato. Eppure Toninelli c’è caduto con tutti i suoi ricci, facendosi fotografare sorridente come se alzasse la Coppa dei campioni e non certo la riproduzione di un viadotto che ha spazzato via 43 vite.
Non contento, il giorno dopo, in cerca di una sdrammatizzazione impossibile, ha postato una sua foto con un nuovo taglio di capelli e il testo: «Ho revocato la revoca della concessione al mio barbiere». Un infelice gioco di parole che richiamava la revoca della concessione alla società Autostrade dopo i il disastro del ponte Morandi. Anche in questo caso il post è stato repentinamente rimosso, ma il web, si sa, ha la memoria lunga.