Il consigliere Giuseppe Graziano annuncia le novità derivanti dalla legge nazionale che incentiva la nascita di nuovi Comuni più grandi: «È questa la direzione». E lancia l'idea di un'unica amministrazione comunale che comprenda Corigliano Rossano, Cassano e Crosia
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Sembra ormai una partita a scacchi (della politica): da un lato la “Grande Cosenza”, dall’altro “Sybaris”. In mezzo, ad alimentare i sogni di gloria, i quattrini – come manna dal cielo – derivanti dalle fusioni dei comuni.
È notizia fresca, e ci ha pensato il consigliere regionale Giuseppe Graziano a diffondere il verbo: il Senato ha approvato la proroga di altri cinque anni per le risorse da destinare ai comuni fusi. Per legge, quindi, Corigliano Rossano e Casali del Manco, le due uniche municipalità sorte in Calabria, potranno beneficiare di ulteriori cinque bonifici da due milioni l’uno oltre a quelli già previsti.
Con la stessa norma, inoltre, viene stabilito che per quei comuni fusi sopra i centomila abitanti – ed in Italia ad oggi non ci sono realtà del genere se non in itinere come la “Grande Pescara” – i fondi destinati ai neonati comuni lievitano a ben 10 milioni e per i 15 anni successivi.
Un bell’incentivo, non c’è che dire, per la fusione che la politica vorrebbe calare dall’alto – bypassando il volere popolare come accaduto per Lamezia Terme nel 1968 – tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Recenti sono, infatti, le polemiche innescate a seguito della paventata modifica alla legge regionale sulle fusioni che, di fatto, depotenzierebbe gli atti di impulso dei consigli comunali che aprono la strada ai referendum consultivi, e le stesse consultazioni elettorali. Nell’attesa di capire come finirà, da Roma, nel frattempo, arriva il “fusiobonus”.
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Ma siccome su quella scacchiera la partita è aperta, ed in fin dei conti si tratta anche di equilibri geopolitici che man mano si stanno spostando sullo Ionio e verso la terza città della Calabria – non fosse altro che per un mero dato demografico – alla mossa Grande Cosenza che ristabilirebbe gli assetti sul capoluogo, ecco la contromossa del consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, uno che di fusioni se ne intende – e le sponsorizza – da autore della legge regionale sulla fusione ionica e co-firmatario di quella cosentina: «Nasca Sibari» o – meglio – Sybaris all’antica, tra Corigliano Rossano, Cassano all’Ionio e Crosia. Totale? 110 mila abitanti, così da poter approfittare anch’essa dei 10 milioni e per i 15 anni a venire.
Graziano: «Per Cosenza-Rende-Castrolibero pronti 150 milioni in 15 anni»
«Ogni azione amministrativa e normativa, ormai, è volta a sostenere le fusioni dei comuni – commenta Graziano – ritenute in modo universale l’unico strumento per garantire maggiori e più efficienti servizi ai cittadini e per tagliare i costi strutturali degli enti locali. Favorire e aiutare le fusioni è oggi una priorità. Tant’è vero che proseguendo un’attività legislativa avviata dal Governo Draghi, da ieri, con l’approvazione definitiva in Senato, tutte le nuove fusioni di comuni, nate a decorrere dall’1 gennaio 2014, potranno usufruire del bonus per un massimo di 2 milioni di euro non più per 10 bensì per 15 anni a partire dal decreto di istituzione del nuovo comune. Non solo. Per effetto della Legge 51/2022 coordinata agli effetti del Dl 44/2023 convertito in legge a Palazzo Madama, i comuni fusi superiori a 100mila abitanti potranno usufruire di un bonus addirittura maggiore, pari a 10 milioni di euro l’anno per 15 anni. È, questa, la risposta chiara e lapalissiana a quanti da tempo e con incredibile convinzione sostengono che le fusioni siano state pensate per i piccoli comuni. Non c’è nulla di più falso ed è proprio oggi la legge a smentire i detrattori».
«Credo – aggiunge – che con questa nuova conformazione legislativa debbano esserci ancora meno dubbi sulla grande fusione di Cosenza-Rende-Castrolibero che godrebbe di un bonus di 150milioni di euro in 15 anni, oltre a tutto il restante gettito erariale che spetterebbe ad una città di oltre 100mila abitanti e ai finanziamenti diretti che un comune così importante e baricentrico potrebbe intercettare attraverso i canali dello Stato e dell’Unione Europea».
La contromossa di Graziano: «“Fondiamo” la Grande Sibari con Cassano e Crosia»
Ma non è tutto, perché anche nella Sibaritide l’asso nella manica potrebbe essere una proposta poi nemmeno così peregrina, peraltro perorata da tempo dal sindaco di Cassano all’Ionio, Gianni Papasso e discussa anche sui tavoli del Comitato delle 100 associazioni per la fusione di Corigliano e Rossano, dove il più grande processo sociale del genere, d’Italia e d’Europa, è nato e si è sviluppato sin dal 2014.
«Questa nuova impostazione normativa – aggiunge ancora Graziano – potrebbe aprire nuovi scenari anche per Corigliano Rossano che ad oggi rappresenta la più importante fusione di Comuni in Italia ed in Europa, per dimensioni e complessità, ed è stata da esempio per altre grandi fusioni che si andranno a compiere come quella di Cosenza e di Pescara il cui iter è già in fase di definizione. Considerati, infatti, i privilegi di natura economica che potrebbero derivare dalla creazione di un Comune ancora più grande, è giusto ambire, oggi, alla grande città di Sibari. Questo, attraverso una fusione, che abbia come cardine la creazione del più grande hub turistico della Calabria, già reale per numero di posti letto, che comprenda, insieme a Corigliano Rossano, anche Cassano Jonio e Crosia Mirto, per una popolazione complessiva di 110mila abitanti, con i relativi benefici che ne potrebbero derivare per i 15 anni a seguire».
Boutade? Provocazioni? Non resta attendere l’evoluzione degli eventi (politici), ma soprattutto popolari, perché dovrebbe essere proprio il popolo a poter dire l’ultima parola.