Non ci stanno

Fusione dei comuni, parte la mobilitazione per cancellare la legge regionale: 24 sindaci chiedono un referendum

La rivolta inizia nel Cosentino dopo l’input partito da Luzzi: si chiede di abrogare la norma che assegna a Palazzo Campanella la facoltà di dare il via all’iter. «La Regione ha la facoltà di inventarsi lo scioglimento delle amministrazioni»

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di Redazione Politica
27 luglio 2024
20:44

Ha preso avvio la mobilitazione di una serie di Comuni, dopo l’input partito da Luzzi nei giorni scorsi, per abrogare la legge regionale che ha eliminato il referendum vincolante autorizzando il solo referendum consultivo in materia di fusioni di comuni

L’attuale norma priva i Consigli comunali dell’atto d’impulso e lo garantisce alla Regione Calabria. Sono gli effetti della legge omnibus approvata a Palazzo Campanella nella primavera del 2023.


Fatto sta che le amministrazioni in questione fanno riferimento all’articolo 11 dello Statuto Regionale.  Per risultare vincente la loro iniziativa dovrà recarsi alle urne il 50%+1 degli elettori calabresi (alle ultime Europee ha votato il 40,33%, alle Politiche del 2022 il 50,8%, alle Regionali del 2021 il 44,36%, ndr). Il giudizio sulla regolarità e sulla ammissibilità della richiesta di referendum è affidato alla Consulta statutaria, secondo modalità procedurali disciplinate dalla legge regionale.

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I comuni di Acri, Aprigliano, Caloveto, Casali del Manco, Cassano all’Ionio, Castrolibero, Castrovillari, Cerchiara, Cerisano, Civita, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Luzzi, Malvito, Piane Crati, Rocca Imperiale, Rogliano, Rovito, San Basile, San Lucido, San Pietro in Guarano, Santa Sofia d’Epiro, Sant’Agata d’Esaro, Trebisacce hanno diramato una nota congiunta evidenziando che non intendono interferire nella vicenda relativa alla fusione tra Cosenza, Castrolibero e Rende. «Il nostro – sostengono – non è un pronunciamento favorevole o contrario alla città unica della area urbana cosentina, noi vogliamo che venga ristabilito il principio della sovranità popolare e dell’autodeterminazione di tutti i Consigli comunali della Calabria nel decidere e partecipare ai progetti di fusione di qualsiasi territorio». Continua a leggere su Cosenza Channel. 

 

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