Il centro destra sarà dato anche vincente ma, nella selezione delle candidature, al pari del centrosinistra, sta vivendo il suo percorso di passione, con tutte le stazioni della “Via Crucis”, soprattutto Forza Italia e Lega, le quali, a differenza dell’alleato FdI che, considerato l’ascesa nei sondaggi delle sue percentuali ha un surplus di posti da assegnare, sono impegnati con i dolori e i mal pancia interni degli aspiranti candidati o dei potenziali esclusi.

Le percentuali elettorali e la ristrettezza degli spazi parlamentari in conseguenza della riduzione dei seggi imposti dalla riforma grillina, infatti, rendono tranquilli solo coloro che si sono aggiudicati la prima posizione nella lista plurinominale della Camera e del Senato. Nella postazione successiva, infatti, già non c’è certezza per nessuno, a meno che, non ci si attesti sopra il 20% e, ovviamente, al netto dei resti che fanno scattare i quozienti nel collegio unico nazionale e in quello unico regionale.

In Calabria, sul fronte azzurro, sembrava stesse andando tutto liscio, Mario Occhiuto a guidare la lista plurinominale alla Camera e Giuseppe Mangialavori alla guida di quella al senato. Nelle ultime ore, tuttavia, si è prodotto un macro corto circuito. Silvio Berlusconi, sembra che abbia chiesto di guidare la lista Plurinominale del Senato della Calabria. Se Forza Italia dovesse optare per questa soluzione, Peppe Mangialavori slitterebbe alla terza posizione, considerato che, la seconda, toccherebbe ad una donna. Uno scenario apocalittico per il coordinatore calabrese degli azzurri.

I guai, tra l’altro, non vengono mai da soli, per la seconda postazione, nel listino plurinominale del Senato, comunque, è in corsa anche la sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo. Si profila anche il nome, di Marta Fascina, quasi moglie del cavaliere e originaria della Calabria al plurinominale Camera. In un contesto del genere, Mangialavori rischia di avere spazi ristretti di manovra e potrebbe essere vittima di un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili.

Il senatore vibonese, considerato la situazione, ha chiesto di essere candidato nel collegio uninominale del Senato, Reggio/Catanzaro. La richiesta ha però messo in discussione lo schema di accordo a livello nazionale tra le forze di centrodestra. Tale schema, infatti, prevedeva nei collegi uninominali tre candidature per Forza Italia e due ciascuna per FdI.

In base a questo accordo, il senato Sud, era stato assegnato alla Lega. La pretesa del coordinatore azzurro, dunque, ha innescato una serie di fibrillazioni a catena tra i dirigenti del carroccio. Alcuni autorevoli dirigenti leghisti la considerano quasi una provocazione. In queste ore, le pressioni su Matteo Salvini sono diventate frenetiche e, tutti chiedono  che il segretario nazionale si faccia garante degli accordi presi sul tavolo nazionale.

Le linee telefoniche tra la Calabria e Roma sono roventi. Salvini, tra l’altro, tra le sue tappe elettorali, ha messo anche la Calabria, il 28 agosto. Difficile comprendere, allo stato, se riuscirà a sbrogliare la matassa a favore delle istanze della Lega, oppure sacrificherà gli equilibri territoriali sull'altare dell'unità nazionale della coalizione.