Il leader della coalizione di centrosinistra se dovesse vincere il ballottaggio del 26 giugno si ritroverebbe con solo 9 componenti in Consiglio rispetto ai 18 di Donato, ma non demorde: «La città ha già detto di no a un'operazione di facciata» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Nicola Fiorita (ri)abbraccia la sua gente a meno di 48 ore dalla chiusura dei seggi. Segno evidente che non vuole mollare di un centimetro la competizione per diventare sindaco del capoluogo al ballottaggio, malgrado la difficile situazione della cosiddetta anatra zoppa.
In altri termini lo scenario (poco piacevole per lui e per qualunque aspirante primo cittadino, poi effettivamente eletto) di un consiglio comunale in maggioranza formato da componenti del fronte opposto. Nella fattispecie capeggiato dall'unico avversario rimasto in lizza per il vertice di Palazzo De Nobili insieme allo stesso Fiorita: Valerio Donato. Che, come ormai noto, guida una coalizione connotata da una marcata presenza di forze di centrodestra, pur essendo stato un orgoglioso esponente della sinistra fino a poco tempo fa e sentendosi ancora molto legato a tale ideologia.
Comunque sia, i soggetti politici raggruppati nello schieramento denominato Rinascita con le liste hanno già superato il 50% più uno dei voti validamente espressi riuscendo di conseguenza ad accaparrarsi la maggior parte dei seggi, a prescindere da come vada a finire il secondo (e decisivo) round in programma domenica 26 giugno.
Il leader di Cambiavento, però, fa buon viso a cattiva sorte. Anzi, non fa una piega e da una delle tante piazzette del quartiere marinaro arringa gli aficionados come nulla fosse. L'appello è quello di affrontare l'ultimo miglio con rinnovato entusiasmo e la carica necessaria per intraprendere una battaglia che, al di là delle frasi di circostanza, come premesso per lui non è certo una passeggiata di salute. Ma il docente universitario, curiosamente collega del diretto rivale, tira dritto e parla di «gioia ed entusiasmo» mentre il piccolo slargo si riempie di suoi sostenitori fra musica, bicchieri di birra e altre bevande. «È questo lo spirito giusto, che voglio, perché ora tocca a voi. La partita, infatti, adesso la giocate e la vincete voi, non io», esclama convinto.
E continua: «Siamo felici del risultato fatto registrare. Qualcuno, Filippo Mancuso (presidente del consiglio regionale, maggiorente locale della Lega e "uomo forte" della compagine donatiana, ndr) pochi giorni orsono sbandierava ai quattro venti un'ipotesi di successo con il 60%. Mi pare si sia sbagliato. E non di poco. Senza contare che a fronte del doppio delle liste, i nostri competitori non hanno di certo fatto segnare altrettanto rispetto a noi in termini di consenso ottenuto». Ma Fiorita rincara la dose: «La città ha già detto di no a un'operazione di facciata. Un sistema di potere che ha mancato l'obiettivo iniziale e peggiorerà ulteriormente».
Intanto si alza il grido "Nicola, Nicola", a cui il beniamino dei supporter intervenuti risponde con un "grazie" urlato al microfono. E poi incalza: «Noi non siamo la parte più bella della città. Noi siamo la città. Una Catanzaro in cui io ho profonda fiducia, altrimenti potendo avviare una gratificante carriera altrove non sarei di sicuro tornato qui per rimanere a battermi per questa terra. La mia e la vostra. In cui credo come confido nei giovani, ma anche nei meno giovani, che ci regaleranno una meritata soddisfazione fra un paio di settimane».