Con Silvio Berlusconi in clinica a Milano, dopo la brutta caduta rimediata a Zagabria, Forza Italia continua il suo percorso di avvicinamento alle elezioni regionali.

Al meeting "Il Sud che vince", organizzato dall'eurodeputato Fulvio Martusciello all'Hotel Vesuvio davanti a circa 300 presenti, si è consumata l’investitura, praticamente ufficiale, di Stefano Caldoro alla carica di governatore. Nonostante le perplessità avanzate dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna durante le giornate che hanno preceduto l’incontro.

E così all’assenza del Cavaliere, giustificata per motivi di salute, ha fatto il paio quella della Carfagna che pare non sia stata neanche invitata e che è stata comunque ignorata dagli interventi tutti volti a lanciare la corsa di Caldoro che aveva già ricevuto la benedizione di Matteo Salvini e della Lega.

Ma all’appuntamento campano di Forza Italia hanno partecipato anche numerosi eurodeputati, consiglieri regionali provenienti da tutto il Meridione, compresi i presidenti della Basilicata e del Molise, e diversi sindaci. Tra i primi cittadini, oltre quello di Foggia, spunta in sala anche quello di Catanzaro Sergio Abramo, immortalato in diversi scatti vicino al presidente Antonio Tajani.

 

Nessuna notizia, invece, degli altri parlamentari calabresi, da Jole Santelli a Roberto Occhiuto, passando per Francesco Cannizzaro, sempre vicini alle posizioni di Mara Carfagna nonostante le smentite ufficiali.

Pare evidente che ci si trovi davanti ad un caso in cui la forma coincide perfettamente con la sostanza: al Sud Forza Italia è pronta ad esplodere e i parlamentari vicini alla Carfagna sono pronti a seguirla nella costituzione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato, nonché in un eventuale processo di scissione. Soprattutto se alle elezioni regionali, come sembra ormai ineluttabile, le posizioni del gruppo non saranno ascoltate. In Campania l’investitura di Caldoro è un atto di ostilità di Berlusconi e il bis pare pronto per essere servito in Calabria dove Sergio Abramo potrebbe ripetere il copione, avendo già incassato il sì di massima della Lega.

Il coordinamento regionale del partito è ovviamente in fibrillazione e aspetta prima di scatenare il putiferio. Continua a giurare fedeltà a Berlusconi, ma non potrebbe sopportare la bocciatura di Mario Occhiuto e anche quella di Roberto, vice presidente dei deputati azzurri.

Le parole di Maria Stella Gelmini, all’incontro di Napoli, sembrano chiare sia per la Campania che per la Calabria. «Gli ingredienti per la vittoria ci sono – ha detto elogiando la classe dirigente meridionale del partito e richiamando all’unità il centrodestra, con quello che sembra un riferimento indiretto a Mara Carfagna - Al Sud abbiamo tante persone di qualità: sindaci, amministratori. Queste risorse umane rappresentano il punto dal quale ripartire per affermare il buon governo del centrodestra. Dobbiamo stare attenti a non sbagliare bersaglio, siamo nel centrodestra con pari dignità, e non abbiamo nessuna intenzione di essere subalterni, ma l’avversario per noi è, e resterà sempre la sinistra».

Sulla stessa linea Antonio Tajani che non è andato per il sottile: «Il presidente Berlusconi ha fatto il nome di Caldoro – ha detto - e lui ha già dimostrato di saper governare la Regione».

Solo il coordinatore regionale Domenico De Siano, ha parlato del caso Carfagna rispondendo alle domande dei giornalisti: «siamo un famiglia con figli vivaci. Le polemiche ci sono in tutti i partiti, dobbiamo superarle guardando al futuro. E' positivo che Berlusconi l’abbia incontrata. Lei è un valore per Napoli, la Campania e l'intero Paese».

La scissione, insomma, pare quasi servita e la posizione di Jole Santelli e dei fratelli Occhiuto dentro Forza Italia non è mai stata debole come in questo momento.