È partita in sordina la prima giornata dell’assemblea, che poi assemblea non era, dell’Anci Calabria in quel di Lorica. Nonostante i tentativi di dare pomposità all’evento, le fasce tricolori presenti erano davvero poche. Qualche decina sui circa 400 Municipi calabresi. Il problema, diceva sottovoce qualche esponente dell’assemblea, è che dopo un anno dall’insediamento della Succurro, l’iniziativa è stata calata dall’alto senza nessuna discussione interna o condivisione dell’ordine del giorno. Insomma più una kermesse, con molteplici focus tematici senza un vero ordine del giorno, che una riunione operativa.

Mancavano tutti i sindaci delle grandi città calabresi, ormai saldamente in mano al centrosinistra e questo c’era da aspettarselo. Solo il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, interviene, sia pure da remoto ma perché ospite del panel sulla transizione ecologica. Quello che però saltava agli occhi era anche l’assenza del mondo dei sindaci forzisti che soprattutto nei piccoli comuni calabresi pochi non sono. Non c’erano ad esempio, giusto per fare tre nomi, i neo sindaci di Gioia Tauro (Simona Scarcella), Montalto Uffugo (Biagio Faragalli) e Mendicino (Irma Bucarelli). Ma non erano solo loro a mancare. Non era presente nemmeno un consigliere regionale d’area o un parlamentare nonostante la rilevanza regionale dell'evento. Era assente un po’ tutto il mondo forzista che si richiama alle posizioni di Roberto Occhiuto. Lo stesso governatore alla fine ha deciso di intervenire solo da remoto perché impegnato, ha detto, in una serie di interlocuzioni con il Ceo di Rynair per implementare l’incoming turistico.

Il presidente, allora, si è limitato ad un intervento senza particolare verve in cui però qualcosa ha detto. Due in particolare. La prima sono le riforme messe in atto su acqua e rifiuti, attraverso l’istituzione dell’Arrical. «Prima - ha detto - i sindaci avevano i rifiuti fino al primo piano, adesso li smaltiamo tutti in discariche pubbliche». Il problema, però, che l’Arrical è gestita, sin dalla sua istituzione due anni fa, da un commissario che sta decidendo tutto dal piano operativo alla tariffazione, senza che i sindaci abbiano toccato palla. E mentre l’Anci non trova nulla da rilevare, l’insediamento degli organismi, assemblea dei sindaci in primis, è rinviata sine die. E forse non è un caso che proprio in concomitanza dell’assemblea Anci, i sindaci Caruso, Fiorita, Romeo, Voce e Falcomatà diffondono un documento per sollecitare il presidente ad avviare le procedure entro 30 giorni per eleggere i rappresentanti dell’agenzia.

La seconda cosa che ha detto Occhiuto riguarda il coefficiente di difficoltà in più che vive chi è costretto ad amministrare in Calabria. Coefficiente dato non tanto dalla pervasività della criminalità organizzata, ma anche da altri fattori. Il governatore cita ad esempio la scarsa capacità fiscale e le difficoltà di riscossione da parte dei Comuni. Un tema non da poco in ottica di autonomia differenziata; se il gettito fiscale è misero ed è per giunta difficile da recuperare, i sindaci sono davvero chiamati a fare miracoli dal 13 luglio in poi.

Il tema, però, sarà affrontato domattina. Lo dice la presidente Rosaria Succurro nel suo bilancio fatto più di ringraziamenti e accordi con la Regione che di iniziative strettamente riconducibili all’Anci. Poco prima, via social e alle tv, aveva annunciato che alla fine della due giorni verrà licenziato un documento in cui si assumerà «una posizione unitaria sull'autonomia differenziata, a tutela dei nostri territori». Come ha detto al nostro network il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, c’è poco da ragionare. Le soluzioni sono due: contribuire alla raccolta di firme per il referendum abrogativo, magari convincendo Occhiuto ad accodarsi alle altre Regioni che hanno già preso l’iniziativa o fare ricorso alla Corte Costituzionale. Il resto rischiano di essere solo chiacchiere.

Vedremo cosa succederà domani dove si immagina qualche presenza in più. Anche perché fra i “panel” in programma c’è anche un altro tema delicato ovvero quello delle fusioni. Sono molti i sindaci che contestano la riforma introdotta dalla legge omnibus approvata in Consiglio regionale che sembra affidare alla Regione la capacità di impulso alle fusioni che così possono essere calate dall’alto, senza una programmazione a monte, tagliando ancora una volta fuori i sindaci dal momento decisionale.