Vuole il bagno di folla Antonio Decaro. Vuole passare tra la gente, sentirne il calore e tastare il termometro elettorale della città di Reggio Calabria. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari arriva al cine teatro Odeon a piedi, e si concede a strette di mano e selfie. Insieme a lui il segretario regionale dem, Nicola Irto, e il sindaco Giuseppe Falcomatà con il quale c’è un’antica amicizia, consolidatasi ancor di più all’indomani della vicenda giudiziaria che ha interessato il collega reggino.

«Sono contento di essere qui oggi da presidente dell’Anci ed incontrare di nuovo il sindaco della città di Reggio Calabria nelle sue piene funzioni», dice Decaro scambiando un gesto d’affetto con Falcomatà.

Capolista del Pd alle elezioni europee nella Circoscrizione Sud, Decaro ha scelto uno slogan evocativo – “Primi cittadini d’Europa” – per dare sostanza alla sua proposta. «I sindaci sono il politico di prossimità, quindi sono quelli più vicini ai problemi, alle difficoltà della propria comunità. Ma sono anche quelli più vicini alle aspirazioni, ai sogni e alle ambizioni, quindi credo che l’esperienza di un sindaco, di un amministratore locale, sia fondamentale in quel luogo che è l’Europa dove ormai si decide qualunque cosa».

L’esperienza dei sindaci a Bruxelles

Decaro vuole portare l’esperienza degli amministratori locali a Bruxelles, «per un’Europa che abbia un’unica voce» dice, sottolineando che «serve oggi una unità dal punto di vista politico, rifarsi a quello che c’è scritto nel manifesto di Ventotene legato alla solidarietà, all’accoglienza, alla pace, alla fraternità, è questa l’Europa che ci piace».

L’autonomia differenziata

Il sindaco di Bari parla di quell’Europa che ci ha teso la mano in un momento di difficoltà dopo il covid, e mette in parallelo le politiche del governo, con l’autonomia differenziata che «rischia di spaccare il paese e riducendo le risorse, che già sono poche, a seguito del fatto che non abbiamo mai superato la spesa storica, e della fiscalità regionale, che rischia davvero di abbandonare il sud ad un destino che sembra ineluttabile, ma non lo è, perché noi abbiamo lottato e continueremo a lottare come amministratori per evitare che questo possa accadere».

Da qui la frecciatina al governo: «Quello che non capisco, è ascoltare le parole della Meloni che dice l’autonomia differenziata aiuta il sud perché serve a responsabilizzare gli amministratori… noi non abbiamo bisogno di essere responsabilizzati, siamo amministratori, una nuova classe dirigente sul territorio, in Parlamento, che ha cambiato la storia del Sud del nostro paese e abbiamo bisogno di essere messi nelle stesse condizioni».

Continua a leggere su IlReggino.it