VIDEO | Troppo pochi i cittadini chiamati al voto e scarsa polarizzazione delle sfide. L’effetto Schlein si è visto solo a Brescia, per il resto il Pd non spicca e il M5s appare ancora sullo sfondo. Tra i risultati calabresi da segnalare quelli di Locri, Cariati e Casali del Manco (ASCOLTA L'AUDIO)
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Le amministrative non sono proprio il perimetro ideale per tracciare una linea politica. Troppo peso hanno le personalità dei candidati, troppo spesso i contenitori civici di cui si fa largo uso contengono sensibilità poco omogenee. Ma i due giorni di voto che si sono appena conclusi qualche indicazione l’hanno pur data. L’effetto Schlein in pratica si è visto solo a Brescia dove la candidata del Pd, Laura Castelletti, ha vinto al primo turno senza nemmeno il sostegno del M5s e contro una destra che si presentava compatta. Altra vittoria a Teramo, per il resto poco altro. Si conferma, quindi, il feeling degli italiani con il centrodestra che vince ovunque ed elegge sindaco Sgarbi (Irpino) e Scajola (Imperia), Stravince addirittura con oltre il 70% a Latina con Matilde Celentano e ha una affermazione imperiosa anche a Treviso con Mario Conte.
Insomma come dicevamo l’effetto Schlein non si è visto. Si dirà che è troppo presto per vedere la nuova linea politica sui territori e questa obiettivamente può essere una scusante, però il vero problema resta il nodo irrisolto dei rapporti con il Movimento 5 Stelle che in questa tornata elettorale hanno svolto il ruolo di comparse.
Evidentemente gli elettori ritengono ancora affidabile la compagine che attualmente è alla guida del Paese, nonostante anche qui gli equilibri della coalizione siano ancora tutti da disegnare. La tentazione di Giorgia Meloni è quella di inglobare sia Lega sia Forza Italia in un grande contenitore, in un partito conservatore, una sorta di PdL 4.0, Una voglia che spesso la porta ad equilibrismi per accontentare sia l’una sia l’altra parte e soprattutto il loro elettorato. Molto dipenderà dalla successione di Berlusconi, se Forza Italia sopravviverà al suo fondatore o svanirà come cenere di sigaretta. Insomma c’è molto lavoro da fare per la Meloni presa dalle cadute di stile del suo braccio destro Lollobrigida e dalle inchieste giornalistiche sul suo privato familiare.
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In Calabria la musica è stata praticamente la stessa. Diciamo che a queste latitudini il voto ha un peso politico ancora minore perchè hanno votato circa il 10% dei comuni calabresi e tutti di piccole dimensioni. Anche qui va registrata più che la sconfitta del Pd, la sua assenza dalla competizione. Basti pensare che in un centro come Locri non è riuscito a presentare né un candidato né una lista. Il risultato è stato una sorta di derby interno al centrodestra che ha visto prevalere Giuseppe Fontana, fortemente sostenuto dall’assessore regionale al Lavoro di Fratelli d’Italia Giovanni Calabrese.
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La sfida più intensa è stata a Casali del Manco, centro della presila cosentina nato dalla fusione di cinque comuni nel 2017. Qui la candidata Francesca Pisani ha vinto davvero al fotofinish contro l’altro candidato del centrosinistra, Ippolito Morrone. Staccata invece la candidata del centrodestra Stefania Rota. Risultato a sorpresa a Cariati dove l’ex presidente del consiglio comunale, Cataldo Minò, ha vinto contro Saverio Greco, fratello del sindaco uscente Filomena, che aveva governato per due consiliature.
A Castrolibero scontata la vittoria dell’ex consigliere regionale Orlandino Greco. Tra i riconfermati Gregorio Gallello, capogruppo del Pd alla Provincia di Catanzaro, rieletto sindaco di Gasperina. Francesco Severino a Santa Caterina Jonio (Catanzaro), Danilo Staglianò a Cardinale (Catanzaro), Antonio Barberio a Scandale (Crotone), Antonino Pezzo che a Sant’Onofrio (Vibo Valentia) ha sconfitto tra gli altri Gaetano Ottavio Bruni (in passato consigliere regionale e presidente della Provincia vibonese). Chiudiamo con una curiosità: a Canna in provincia di Cosenza, comune di 649 abitanti si erano candidati a sindaco in quattro.A vincere è stato Paolo Stigliano, immaginiamo con quale soddisfazione.