«Abbiamo scritto che se davvero si voterà il 14 febbraio, discorso totalmente assente dalla riflessione del centrosinistra, accadrà durante una pandemia, sarà la prima volta di elezioni democratiche in questa situazione e non si può sottovalutare ciò». Così Nicola Fiorita, intervenuto oggi nella puntata di Prima della notizia condotta da Pasquale Motta, fa riferimento al documento denominato Calabria Aperta.

 

«L’appello documento, definito da alcuni “intellettuale”, è stato presentato invece da sindaci, amministratori, giovani e anche da professori universitari ed ha avuto un grandissimo eco, con molti riscontri di partecipazione e adesione da parte della gente».

 

«Questa situazione eccezionale – prosegue il professore universitario - richiede un'offerta politica adeguata, non si può pensare di spostare una persona da una casella all’altra o pensare di aggiungere una lista qua e là. Come ha detto papa Francesco: “Questo è un cambiamento d’epoca”. Niente sarà come prima in Calabria, allora ci vuole una risposta all’altezza, ciò significa che ci vuole fantasia, ci vuole coraggio».

«Ognuno fa la sua parte, io faccio la mia, noi facciamo la nostra, queste persone hanno voluto dire ai calabresi che c’è un mondo – continua riferendosi a Calabria Aperta -. Un mondo di persone per bene impegnate nel sociale, impegnate quotidianamente nell’amministrazione che non vuole consegnare alla destra questa regione. Però chiediamo una svolta nei programmi, nelle candidature e nel quadro politico, se poi questo avverrà non lo so. Certo i tempi sono brevi e l’azione politica delle forze più importanti mi sembra abbastanza timida».

 

«Noi siamo a disposizione – conclude Nicola Fiorita -, noi mettiamo a disposizione questo mondo che si è raggrumato intorno a questa esigenza impellente di dare un futuro nuovo alla Calabria. Farò fino all’ultimo momento tutto quello che posso perché ciò accada, non mi interessano i progetti individuali bensì quelli collettivi. Bisogna essere all’altezza delle sfide di questo momento storico, per chiudere definitivamente questi ultimi anni tragici della Calabria».