L’attacco alla Lega portato dal segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti che è stato a Reggio, in piazza Duomo, a sostegno della corsa di Giuseppe Falcomatà verso il mandato bis, non è andato giù al Carroccio.

«Avete umiliato e distrutto una città e adesso chiedono il voto ai reggini». Il segretario regionale della Lega Cristian Invernizzi fa il verso a Zingaretti che aveva detto «chiamate terroni i calabresi 11 mesi l’anno e adesso chiedete il voto».

Invernizzi
va oltre e spiega: «Zingaretti ha avuto il coraggio di ricandidare un sindaco che ha inondato di immondizia una città bellissima come Reggio, e come se non bastasse la ha indebitata in modo spaventoso. Invece che scusarsi e spiegare alla città, con incredibile sfacciataggine hanno evitato di parlare sia dell'ammontare del debito e sia di quanto avrebbe stanziato il governo.  Preferiscono buttarla in caciara – conclude Invernizzi - perché sanno che la città è in ginocchio e dal governo hanno mandato solo briciole!  Ma il 22 settembre grazie al cielo libereremo Reggio da questa disgrazia!»

E in effetti a giorni dovrebbe essere svelato il reale ammontare dello stanziamento del governo per Reggio e l’Amministrazione dovrebbe illustrare come, nel bilancio di previsione da approvare a settembre, questa iniezione di liquidità possa scongiurare il dissesto e rispondere ai rilievi dell’ultima delibera della Corte dei Conti che pare essere diventata carta straccia per palazzo San Giorgio.

Zingaretti non ha chiarito nella sua visita numeri e modalità di stanziamento, ma si è limitato a sostenere che Falcomatà «ha sbattuto i pugni con il governo e ha salvato Reggio dal debito ingiusto».

Né il segretario nazionale del Pd è riuscito a prendere posizione chiara in ordine alla posizione del partito sul Ponte dello Stretto e anche sul referendum, con molti calabresi che si orienteranno in modo libero alle urne. Qualcuno, come Massimo Canale, lo aveva anche dichiarato ufficialmente su facebook qualche ora prima dell’arrivo del segretario.

Nell’attesa di capire come realmente stiano le cose sul debito cittadino, sia per quel che riguarda l’entità del finanziamento in arrivo dal governo che per quel che attiene le modalità con le quali sia cresciuto a dismisura negli ultimi anni, si registra un inquietante e crescente livore di una campagna elettorale povera di contenuti, ma ricca di insulti. Della narrazione dello scontro tra terroni e polentoni, però, davvero non si sentiva alcuna necessità.