Giornate di incontri e consultazioni frenetiche a Roma sia al Nazareno che in casa Cinque Stelle. Gli appuntamenti si sono resi necessari per trovare l’accordo sulle primarie, per riuscire ad arrivare all’alleanza nelle città dove sia possibile e anche in Calabria dove la discussione sulle candidature è ancora aperta.

I malumori nei 5s

L’uscita del sottosegretario per il Sud, Dalila Nesci che aveva lanciato le primarie di coalizione e la propria candidatura ha trovato l’immediato no da parte di Luigi de Magistris e del Polo Civico ma ha provocato molti mal di pancia anche all’interno dei Cinque Stelle. E seppure l’idea delle primarie era stata concordata con i vertici e con lo stesso Giuseppe Conte così non è stato per la autocandidatura. In tanti aspiravano a prendervi parte a cominciare dal deputato Massimi Misiti.

I delegati per le trattative Giuseppe Giorno e Alessandro Melicchio stanno provando a tenere insieme il Movimento ma serve un intervento risolutivo da parte dei vertici romani e si aspetta una parola definitiva da parte di Giuseppe Conte nelle prossime ore.

Il Pd sceglie invece una fase attendista come venuto fuori dal faccia a faccia tra Enrico Letta e Nicola Irto che confermano il sì alle primarie per provare ad allargare la coalizione.

Forza Italia teme un fuggi fuggi generale

Acque agitatissime, invece, nel centrodestra dove è saltato il vertice dei leader nazionali per definire le candidature nelle città chiamate al voto. Un rinvio resosi necessario dopo lo scontro in atto tra Forza Italia e gli uomini di Giovanni Toti che hanno costituito il gruppo parlamentare Coraggio Italia con l’acquisto di ben 12 esponenti di Forza Italia che hanno abbandonato il partito. Immediata la reazione dei vertici gli azzurri che hanno definito l'iniziativa “fondata sul trasformismo e sul cambio di casacca di parlamentari che, peraltro, non sarebbero stati ricandidati”.

Fonti azzurre, prima che il vertice saltasse in maniera definitiva anche con il benestare di Matteo Salvini, avevano fatto sapere a chiare lettere che Fi non avrebbe partecipato a nessuna riunione “con chi ha violato gli accordi di coalizione e l'invito rivolto nel corso dell'ultima riunione”. Un messaggio rivolto soprattutto allo stesso Toti che aveva annunciato la sua partecipazione alla riunione ammonendo: “nessuno pensi di escluderci”.

Ma in Forza Italia adesso la paura è che possa scatenarsi il fuggi fuggi generale complici anche le precarie condizioni di salute di Silvio Berlusconi che non sembra più in grado di gestire il partito come ha sempre fatto in passato.

Un vero e proprio corto circuito, insomma, che rischia di complicare i piani azzurri anche per le regionali calabresi.