Il critico d’arte pronto a tornare in terra calabra dopo l'esito negativo del suo tampone effettuato in seguito alla positività di un membro del suo staff
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Vittorio Sgarbi e la Calabria, un richiamo più forte di quello della foresta di londoniana memoria. Se prima era la capra della Rivoluzione ora è il Rinascimento del turdillo, e chi credeva che la sua idea di correre alle prossime regionali in Calabria fosse un pourparler o una trovata social per Capodanno, dovrà ricredersi perché il professore fa sul serio anche quando scherza (e non è questo il caso).
La lunga strada verso la Cittadella
A dicembre, il critico d’arte aveva pubblicato un video in cui annunciava di voler liberare i calabresi dalle menzogne e per farlo l’unico modo era quello di spalancare la porta principale della Cittadella.
La conferma che la macchina s’è avviata, e sta andando a pieni giri, c’è la notizia che da Roma, Sgarbi, sta tenendo i primi incontri in streaming per mettere a punto la strategia elettorale.
Sono centinaia i cittadini e i professionisti, secondo quanto riferisce il suo ufficio stampa stamattina, che aspirerebbero a entrare nella sua lista, e quando saranno vagliati tutti i curriculum arrivati si procederà all’inserimento di quelli con i requisiti giusti (giusti per Sgarbi, ovviamente).
Dopo la paura il ritorno
Nella prossima settimana il critico tornerà in Calabria e lo farà a cuor leggero dopo che il suo tampone, a cui si è sottoposto pochi giorni fa, è risultato negativo. Sia lui che tutto il suo staff si erano sottoposti al test dopo che una collaboratrice è risultata positiva.
Ma il portavoce smentisce un collegamento con il caso di Mario Occhiuto, in quarantena dall’8 gennaio scorso dopo aver scoperto di essere stato contagiato. Sgarbi e Occhiuto, si erano incontrati a fine dicembre proprio a Cosenza, una settimana più tardi il sindaco ha accusato i primi sintomi e ha scoperto di essere stato colpito dal virus.