«Essere candidato presidente della propria Regione penso che sia il più grande desiderio che un dirigente politico possa avere». Roberto Occhiuto arriva a Vibo Valentia nella tarda mattinata di oggi. In auto con lui soltanto il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. Nel centro storico del capoluogo, ai piedi della storica scalinata della Cerasarella, luogo scelto per la sua tappa nel capoluogo, sostenitori e simpatizzanti, politici vecchi e nuovi, candidati alle prossime elezioni regionali. Occhiuto attende da Roma soltanto l’ufficialità della sua candidatura a governatore della Calabria per il centrodestra riunito in queste ore proprio per mettere nero su bianco la scesa in campo dell’attuale capogruppo alla Camera degli azzurri in vista del voto di ottobre.

«Candidarsi a governatore – ha aggiunto il deputato davanti al giornalista - vuole dire impegnarsi per la propria regione. Ma soprattutto, come detto, rappresenta l’obiettivo più importante che un politico possa raggiungere. Ed è quello che ripetevo a chi in queste settimane mi chiedeva se fossi davvero convinto di farlo, se fossi convinto di lasciare il mio incarico di capogruppo di uno dei principali partiti nazionali a Montecitorio. Ed io rispondevo di sì. Perché la sfida che mi attende è più entusiasmante. Più grande».

Occhiuto, infatti, ha chiarito in merito che «la partita più difficile da vincere è quella di dimostrare che c’è una Calabria che ha una buona classe dirigente, e noi dimostreremo che questa regione è governabile. Smentendo il luogo comune per cui in Calabria non si possa fare nulla. Qui si può governare e noi dimostreremo al Paese che c’è una regione che forse non si aspettano». Dopo avere spiegato che la sua sarà una coalizione «formata da liste dei partiti e da altre civiche, perché ci sono tante richieste di candidature e noi vogliamo mettere in campo la parte migliore della Calabria», il deputato azzurro, alla domanda su come creare opportunità di lavoro, ha fatto presente che la regione «ha tante risorse che possono essere risorse economiche di sviluppo e che dunque devono essere utilizzate assolutamente per creare lavoro, occupazione. Il lavoro – ha detto ancora Occhiuto – si crea rilanciando il territorio, facendo nascere imprese. Il primo obiettivo sarà comunque quello di dimostrare alla comunità nazionale che la Calabria ha problemi gravissimi che sono quelli che ogni giorno vengono alla ribalta dalle televisioni e dai giornali nazionali, a cominciare dalla piaga della ‘ndrangheta che va estirpata con ogni sforzo. Ma noi abbiamo anche giovani straordinari che, purtroppo, la Calabria perde perché vanno in altre regioni». Ma - ha ricordato ancora l’interessato - la Calabria è una di quelle regioni che ha le risorse per fare sviluppo economico. Certo bisogna investire sui punti di forza della nostra regione: penso al turismo, al sistema della mobilità e dei trasporti, serve rilanciare il porto di Gioia Tauro e chiedere alle aziende di Stato, come la Cassa deposti e prestiti, di intervenire sulla qualità dei servizi. Dubito, infatti, che una regione, con neanche due milioni di abitanti, non riesca a risolvere il problema dei rifiuti».

In tema di sanità, Occhiuto ha ribadito che il commissariamento «non ha risolto i problemi della regione, ha aumentato il deficit. Sulla sanità occorre che ci sia qualcuno che la sappia governare. Ai calabresi non interessa che sia il presidente della Regione o un commissario, purché ci mandino commissari capaci e non solo generali della Guardia di Finanza, dell’Arma dei carabinieri, prefetti o questori. Noi abbiamo bisogno di competenze. Io credo in Calabria ce ne siano e io mi batterò per la fine del commissariamento della sanità e perché la politica possa assumersi la responsabilità di governare la sanità dei calabresi in quanto la politica rappresenta i calabresi».

Prima di andare via, il deputato azzurro non ha mancato di sottolineare che «un altro importante obiettivo sarà quello di fare recuperare la reputazione della nostra regione, aveva incominciato a farlo bene Jole Santelli, dimostrando che ci possa essere appunto una buona Calabria. Speriamo – questo l’auspicio finale di Occhiuto - di continuare su questa strada».