VIDEO | L’imprenditrice era stata scelta dal centrosinistra per affrontare la corsa alla presidenza della Regione. Nella mattinata di ieri LaC News24 l’ha incontrata raccogliendo le sue considerazioni sulla battaglia politica che l’aspettava
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Ieri, a inizio mattinata, la candidata del blocco Pd Movimento 5 Stelle, Maria Antonietta Ventura, spargeva ottimismo. Nulla faceva presagire che la sua prima lunga intervista concessa a un giornale calabrese da candidata alla presidenza della Regione sarebbe stata anche l’ultima in questa veste.
In serata, infatti, Ventura ha ritirato la propria candidatura, dopo che nel pomeriggio LaC News24 aveva rivelato l’esistenza di una nuova interdittiva antimafia che ha colpito un’azienda pugliese del gruppo industriale di famiglia che si occupa di infrastrutture ferroviarie.
Ma di tutto questo non c’era sentore, quando l’abbiamo incontrata a Lamezia per raccogliere le sue considerazioni sulla battaglia politica che l’aspettava. Le sue dichiarazioni assumono ora un sapore amaro, valicando il significato squisitamente politico e intrecciandosi con la vicenda personale.
«Non le dico chi mi ha chiamato per propormi la candidatura – risponde a una precisa domanda - è certo però che i successivi incontri che ho avuto mi hanno rafforzato nella convinzione che io possa essere la candidata di tutto lo schieramento». Nel corso dell’intervista annuncia di essersi dimessa «proprio oggi dalle cariche in azienda, per una questione etica», soprattutto con l’obiettivo di allontanare i sospetti di un eventuale conflitto di interessi, «noi lavoriamo prevalentemente per Ferrovie dello Stato», e quando le si chiede un’analisi sui mali della Calabria non ha dubbi: «Massomafia, politici clientelari, burocrazia inamovibile e imprenditori di rapina, costituiscono un mix che ha rovinato la Calabria, anche per questo noi stileremo un codice etico da sottoporre ai nostri candidati».