«Facciamo un passo indietro, ma non rinunciamo a dare il nostro contributo». Così il senatore Ernesto Magorno, di Italia Viva, nel corso di una conferenza stampa a Lamezia Terme, ha annunciato il ritiro della propria candidatura alla presidenza della Regione Calabria.

«In questi due mesi - ha detto Magorno - ho vissuto un momento straordinario della mia vita, visitando e scoprendo i tanti talenti della nostra regione: agricoltura, arte, turismo. Abbiamo incontrato tante persone a cui abbiamo proposto la nostra idea di Calabria, una regione la cui svolta è legata all'elezione di un sindaco. Purtroppo però nessuno ci ha mai chiamato, non siamo stati ascoltati. Facciamo un passo indietro perché non ci sono le condizioni per la creazione di una coalizione. Facciamo un passo indietro, ma non rinunciamo a portare il nostro contributo per la costruzione della nostra Calabria e nelle prossime settimane decideremo i prossimi passi».

«Avevamo chiesto a viva voce un candidato presidente che fosse un sindaco, che venisse dai territori, non siamo stati ascoltati. Non siamo mai stati contattati dal centrosinistra per discutere delle scelte che venivano messe in campo. Abbiamo anche fatto avere alcune nostre proposte che sono rimaste inascoltate, ma ci rendiamo conto che non ci sono le condizioni per mettere in campo una coalizione che possa vincere e governare», ha affermato il senatore di Iv.

«Abbiamo deciso di fare un passo indietro perché ci rendiamo conto che c’è bisogno di dimostrare pure che si è capaci di fare un passo indietro, che non si investe per sé stessi, ma per delle idee, per un progetto che noi per la Calabria continuiamo ad avere. Nei prossimi giorni decideremo cosa fare, con chi andare e come andare alle elezioni regionali», ha aggiunto.

Il presidente di Italia Viva: «Serviva un modello Draghi»

Accanto a Magorno, il presidente di Italia Viva Ettore Rosato, che ha elogiato e ringraziato il collega di partito per il «generoso impegno di questi mesi, ma anche per quello che mette in parlamento e all’interno del Copasir».

«Questa regione – ha detto Rosato - avrebbe avuto bisogno della scelta di un modello Draghi, indicando un bravo sindaco, giovane o maturo che sia, che potesse rappresentare un modello di unità in cui si approfittava di questa fase straordinaria per fra ripartire questa regione. L’occasione non è stata colta. Sono veramente deluso delle scelte fatte dal centrosinistra, non solo perché non ci hanno mai cercato. E non ci hanno mai cercato perché l’idea del centrosinistra è una sola: come dividersi gli undici consiglieri di opposizione. Se hai solo questo in testa è evidente che meno siamo e meglio stiamo. Adesso abbiamo appreso che c’è anche un inseguimento a de Magistris, che evidentemente in questo riparto degli undici ci sta. Credo che questo non sia il modo di presentare un progetto per la Calabria. Sfido chiunque a dire quale sia il progetto dietro alle candidature che sono state proposte. Noi avremmo voluto discutere di questo: di un progetto per la Calabria, per la sanità, per lo sviluppo economico, per il territorio, per i rifiuti. Ci voleva un modello Draghi in cui tutti si prendessero le responsabilità di fronte a questa regione».

Nessun progetto, nessun dialogo. Ma ancora, forse, non è detta l’ultima parola. «Ho molta stima di Irto – ha proseguito Rosato -, era una candidatura con un profilo riformista, sulla quale eravamo pronti a discutere. Invece è stato messo da parte e ora il centrosinistra - così come il centrodestra - sta costruendo uno schema che è finalizzato alle logiche romane, non alle logiche calabresi. Noi a correre dietro a questa logica qui non ci stiamo. Non vogliamo però neanche essere l’alibi per la sconfitta: non ci sarà una candidatura terza di Italia Viva che metta in discussione la marcia trionfale del centrosinistra verso gli undici consiglieri di opposizione. Dopodiché noi siamo aperti al confronto».

Un confronto che, però, non può che poggiare su basi diverse da quelle poste finora. «Purtroppo la Calabria paga il prezzo di essere assoggettata a logiche nazionali per il suo destino. Noi da queste logiche volevamo uscire. Per questo volevamo un sindaco, ma non un sindaco di Italia Viva, un sindaco che fosse espressione di questa terra. Tutto questo non è accaduto. Discuteremo su come dare il nostro contributo. Vediamo che succede, le elezioni sono ancora lontane, non è detto che il centrosinistra non cambi di nuovo candidato. Per il resto, noi siamo qui per fare la politica con la p maiuscola».