Solo Roberto Occhiuto (centrodestra) si è presentato in Corte d'Appello per la presentazione delle liste incontrando i giornalisti. Gli altri in corsa per la Cittadella hanno preferito una partenza con meno sprint
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A ventiquattr’ore dalla presentazione delle liste per le regionali del 3 e 4 ottobre, è già tempo di analisi e commenti sulle candidature in campo. Ma non per tutti. Infatti solo due dei quattro aspiranti presidenti hanno deciso di parlare agli elettori.
A cominciare da Roberto Occhiuto che è l’unico tra i candidati ad essersi presentato alla Corte d’Appello di Catanzaro, parlando di sfida esaltante, difficile e complessa, ma mostrando un certo ottimismo per il risultato finale, tanto da spingerlo a dichiarare: «Quando cominceremo a governare chiederò anche agli altri candidati presidente di darmi una mano se lo vorranno». L’ormai ex capogruppo di Forza Italia alla Camera non si è sottratto neanche alle domande più spinose rispetto alla presenza di diversi "parenti di" nelle liste del centrodestra, parlando poi anche dei sacrifici rispetto ad alcune esclusioni per così dire eccellenti, che vanno al di là delle due indicazioni fornite dalla Commissione Antimafia. È il caso di Vito Pitaro che ha innescato una polemica incrociata con il capogruppo del Pd al Comune di Vibo, Stefano Luciano, che chiede conto al coordinatore regionale azzurro Mangialavori della mancata candidatura di Vito Pitaro. Un dato politico rilevante, per lui, che chiede addirittura le dimissioni del sindaco Limardo.
Mario Oliverio, ha invece affidato ai suoi canali social una lunga riflessione affermando di essere in campo per una battaglia di libertà, per liberare la Calabria dalla cappa che ne impedisce la crescita, ne comprime e mortifica ogni energia positiva. In primo luogo quella dei commissariamenti romani. Il riferimento è ovviamente al Pd caratterizzato da una gestione che definisce, burocratica, arrogante e indifferente. Per lui la scelta dei candidati e delle liste è stata fatta con la sola preoccupazione di preservare l’elezione di soggetti che rispondono al sistema correntizio romano. Ma per arringare i suoi il politico di San Giovanni in fiore sfodera il cavallo di battaglia della sanità, e la programmazione delle risorse destinate dall’Europa col Pnrr.
Amalia Bruni ha invece preferito continuare il suo tour elettorale – oggi a Reggio per presentare la lista della circoscrizione Sud - lasciando a Francesco Boccia e al commissario regionale Stefano Graziano il compito di rilanciare il progetto del centrosinistra che cambierà radicalmente la Calabria. Per il responsabile dem degli Enti locali, Amalia Bruni è simbolo del civismo che aggrega e la sua politica, di camice e marciapiede, è fatta per strada senza scendere a compromessi.
Luigi de Magistris invece, per il tramite del referente di DeMa Mezzogiorno Michele Conia, ha rivendicato il miracolo compiuto senza soldi e apparati di partito. Senza disdegnare poi di rifilare qualche stoccata all’ex compagno di viaggio Carlo Tansi che ha rinunciato alla presentazione della sua seconda lista, Calabria libera, non essendo riuscito a raccogliere un numero sufficiente di firme, ha poi aggiunto: «Noi abbiamo detto basta rispetto alle vecchie logiche del potere e messo al bando gli impresentabili molto prima che lo facessero gli altri».