L’ex candidato alla presidenza della Regione esorata anche M5s e Iv a promuovere un reale «rinnovamento nei metodi e nella scelta della classe dirigente», senza puntare a una «comoda opposizione»
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«È con lo spirito di non voler essere complice dell’immobilismo che parteciperò alla prossima riunione convocata dal Commissario del Partito Democratico in Calabria, Stefano Graziano». Così Francesco Aiello, il professore universitario ex candidato M5s alle scorse elezioni regionali, ha annunciato, in una nota, la sua presenza all’incontro con la classe dirigente del Pd calabrese in vista della tornata elettorale del 14 febbraio.
«Sperando che le schermaglie siano finite, questo è il tempo della sintesi – afferma il professore -. Dopo settimane di confronti per tentare di costruire una Coalizione di progressisti e moderati in occasione delle prossime elezioni regionali in Calabria, ora non si possono avere ulteriori ritardi causati in prima istanza da disinteresse e dai tatticismi individuali e dei partiti».
«Da una prospettiva collettiva - continua Aiello -, oggi non serve ad alcuno e, in particolare, al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle e a Italia Viva partecipare ad una competizione elettorale per sperare di assicurarsi un ruolo di una 'facile, tranquilla e comoda opposizione'. Occorre avere il coraggio di assumersi la responsabilità politica di essere i protagonisti del governo regionale della prossima legislatura, anche perché - per la quantità di danaro a diretto controllo della Regione Calabria - si faranno scelte che condizioneranno lo sviluppo regionale dei prossimi 20-30 anni. Appunto, le prossime generazioni. È chiaro che questa opportunità non può essere barattata per negoziare per sé o per gli appartenenti alla propria famiglia politica uno scranno a Palazzo Campanella: per scelte miopi e di nicchia non si può rischiare di rimanere spettatori delle trasformazioni che saranno effettuate con i fondi della nuova programmazione comunitaria 2021-27 e con gli interventi previsti nell’ambito della Next Generation EU».
«Per essere credibili – sostiene l’ex pentastellato -, le scelte sul programma, sulla figura del candidato alla presidenza della Giunta Regionale e dei candidati consiglieri devono essere di reale rottura con il passato. La guida deve essere affidata ad una forte e dinamica personalità incline al lavoro di squadra, con un elevato radicamento territoriale, capace di dialogare con tutti su scala regionale e nazionale e con una visione d’insieme sia delle difficoltà della Calabra sia delle potenzialità da mettere a sistema nei prossimi anni. Da escludere, quindi, chi pensa di essere da solo in un teatro (one-man show), le iper-specializzazioni e le personalità divisive.Da una prospettiva collettiva, oggi non serve ad alcuno e, in particolare, al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle e a Italia Viva partecipare ad una competizione elettorale per sperare di assicurarsi un ruolo di una 'facile, tranquilla e comoda opposizione'».
«Servono, quindi, da parte del PD, M5S e di Italia Viva, scelte concrete – conclude Francesco Aiello - di rinnovamento nei metodi e nella scelta della classe dirigente che saranno interpretate dalla società civile come la volontà politica di capitalizzare e aggregare le energie e il dinamismo di chi opera (con variegate motivazioni) all’esterno dei partiti, ma che è in grado di dare un massivo contributo per il cambiamento. In assenza di tutto ciò, i partiti saranno percepiti sempre più lontani dalle istanze del mondo reale ed opteranno per una strategia frazionista e non inclusiva che sarà perdente alle urne e che politicamente si trasformerà in complicità dell’immobilismo. Sarà sì una strategia perdente da un punto di vista collettivo, ma risulterà essere vincente per i (pochi) partiti che si assicureranno (pochissime) poltrone per fare una 'facile, tranquilla e comoda opposizione'. La Calabria, però, non chiede questo al Partito Democratico, al Movimento Cinque Stelle e a Italia Viva. Oggi, più di ieri, chiede ai partiti di guardare oltre il loro riposizionamento nello scacchiere della politica e di mettere da parte gli interessi dei singoli e delle correnti».