VIDEO | Il coordinatore vibonese del Carroccio Mino De Pinto dà forma concreta alla frattura nel centrodestra: «Per quattro anni e mezzo non ci hanno mai preso in considerazione». Primo banco di prova le Provinciali: «Andremo al centro»
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«Non sosterremo il sindaco uscente Maria Limardo. La sua candidatura è stata imposta da Forza Italia e non abbiamo intenzione di avallarla». Mino De Pinto, coordinatore territoriale della Lega a Vibo Valentia, rompe gli argini di un malcontento cresciuto in quattro anni e mezzo fino alla tracimazione finale e annuncia la rottura con Fi in vista delle elezioni Comunali di giugno.
«Durante questa consiliatura non siamo stati presi in considerazione dagli alleati della coalizione - denuncia - e quindi non abbiamo nessuna intenzione di subire una candidatura imposta da chi non ci ha mai coinvolti nell’amministrazione della città».
Una posizione netta, quella del rappresentante del Carroccio sul territorio, destinata a sollevare un polverone non soltanto nel centrodestra ma anche all’interno dello stesso partito di Salvini, dove non manca il dissenso nei confronti di De Pinto. Ma tant’è, il dado sembra tratto. Tanto più che il coordinatore vibonese non si limita a chiudere la porta alla candidatura di Limardo, ma affonda il colpo annunciando contestualmente che la Lega è intenzionata a schierarsi con quello che viene identificato come il Terzo polo in salsa vibonese, la formazione politica su cui stanno lavorando Stefano Luciano e altri player ormai distaccatisi dalla coalizione che sostiene il sindaco (l’area riconducibile all’ex consigliere regionale Vito Pitaro) e il centrosinistra stesso (da cui proviene Luciano).
Primo banco di prova saranno le Provinciali del 26 febbraio prossimo, in occasione delle quali la frattura nel centrodestra dovrebbe prendere forma definitiva.
«Andremo al centro – conferma De Pinto – già dalle elezioni provinciali. Un centro che però non è centrosinistra, ma guarda a destra».
Parole che chiudono il cerchio su mesi di indiscrezioni che, tradotte ora in fatti concreti, rendono il Terzo Polo il vero antagonista alla governance uscente, lasciando per ora al palo i movimenti civici e progressisti, Pd compreso, ancora in cerca di un candidato a sindaco unitario.