La differenza col passato probabilmente l’ha centrata Giuseppe Mangialavori: «Il nostro candidato, Maria Limardo, lo abbiamo scelto noi, tutti insieme, dopo avere trovato una convergenza sui programmi e sulla linea politica. Lei rappresenta la sintesi perfetta della coalizione, a differenza di quanto accaduto in passato». Il passato è Elio Costa, che a sindaco si era autocandidato, e forte del suo carisma aveva trascinato poco a poco dietro di sé partiti e movimenti civici. I risultati si sono visti. 

 

La platea che ieri ha affollato il 501 Hotel, sala e hall, ha dimostrato di gradire. La convention è servita a battezzare ufficialmente le liste. Una serie di interventi rapidi per ogni rappresentante, per lanciare la volata a Maria Limardo. Michele Zaccaria (Forza Porto Santa Venere) ha invocato «un’attenzione che su Vibo Marina è mancata per troppi anni», e la necessità di «riallacciare il rapporto col capoluogo»; Alfonso Grillo (Vibo Valentia da vivere) ha mandato un messaggio a Stefano Luciano & soci: «Non possiamo lasciare la città in mano a chi va a dormire sovranista e si sveglia progressista, a chi lancia un progetto civico e poi si ritrova candidato del Pd»; Mimmo Orecchio (Servire Vibo - Liberi e forti) ha sottolineato l’esigenza di invertire il rapporto politici-cittadini: «E’ giunto il momento di servire la città, non di servirsi della politica»; Tonino Daffinà (Rinasci Vibo) si è detto sicuro del risultato finale: «Una vittoria al primo turno, con un margine ampio che darà grande soddisfazione a tutta la coalizione»; per Nico Console (Con Vibo Per Vibo) «la città ha già deciso, ma non bisogna arretrare, è prioritario sudarsi ogni voto, fare una campagna elettorale seria e combattere contro chi giorno e notte si arrampica sugli specchi»; Danilo Tucci (Città futura) ha mandato un messaggio ai suoi ex compagni di partito: «Nel Pd c’è chi pretende di darci lezioni di coerenza. Da quegli pseudo dirigenti non lo accettiamo, da loro che alla fine si sono collocati in una coalizione con la destra professando coerenza». Antonello Fuscà (Fratelli d’Italia) ha parlato del contributo che la sua lista, «che contiene diverse anime, saprà dare alla causa di Maria Limardo, per ridare slancio ad una città in cerca di riscatto».

 

Un taglio politico, come detto, lo ha dato Mangialavori (Forza Italia), seduto al fianco del coordinatore regionale di FI Iole Santelli. Il senatore azzurro è andato subito al nocciolo della questione: «Altri professano una verginità politica che non hanno e mi rinfacciano di essere stato al fianco dell’ex sindaco fino al giorno delle dimissioni. Io ho lavorato per agevolare un processo di rilancio, e quando non ci sono state più le condizioni hanno parlato i numeri. Mentre in quella maggioranza c’era chi aveva deciso di creare problemi già da diversi mesi. Quindi è inutile cercare le colpe altrove, ognuno dovrebbe rendersi conto dei propri comportamenti». Poi un occhio al futuro: «Il 27 maggio ci ritroveremo con Maria sindaco della città, da quel momento tutti noi che oggi ci mettiamo la faccia dovremo essere un sostegno per lei, saremo compagni leali e maturi, consapevoli di dovere affrontare mille difficoltà ma certi che con le migliori competenze, anche negli assessorati, torneremo a far splendere Vibo Valentia».

 

A chiudere la convention, tra gli applausi, la Limardo, che nel corso del suo articolato intervento ha toccato un po’ tutti i temi del programma, cercando di individuare i punti deboli che, anche partendo dai dati del Sole 24 Ore, hanno relegato la città in fondo alla classifica nazionale per qualità della vita. Da queste parti, insomma, sono convinti di farcela. Al primo turno ed anche con un discreto margine.