Nadir/zenith, polo nord/polo sud. Il confronto tra i candidati a sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi e Pasqualina Straface, organizzato dal network LaC, andato in onda in diretta Facebook sulla pagina di LaC News24 e cosenzachannel.it - qualora ce ne fosse ancora bisogno - ha evidenziato visioni e prospettive diametralmente opposte dei due pretendenti alla fascia tricolore della terza città della Calabria. Moderato dal nostro capo redattore politico, Massimo Clausi, al faccia a faccia tenutosi nella sede della Confcommercio di Corigliano Rossano hanno partecipato anche il presidente dell’ente camerale, Klaus Algieri ed alcuni dirigenti che hanno posto ai due contendenti delle domande.

Algieri: «Il sindaco si confronti con gli enti intermedi»

Porgendo i saluti della Confcommercio, il padrone di casa ha auspicato maggiori e migliori rapporti dell’amministrazione comunale coi corpi intermedi. «Vogliamo poter dire la nostra - ha detto il presidente Algieri - anche se poi sarà il sindaco a governare. Un sindaco può contribuire a far cambiare rotta al territorio, anche con decisioni impopolari, se necessario, ma se la politica salta gli enti intermedi compie un errore madornale».

La forza delle coalizioni

Stimolati dalla domanda sulle coalizioni sempre più politiche rispetto al civismo spinto del recente passato, il sindaco uscente ha chiarito di aver accolto i partiti (come il Pd e il M5S) perché «il cammino virtuoso compiuto in questi anni ha aggregato attorno al nostro progetto nuove aree della società civile, e alcuni partiti pur consapevoli che per queste formazioni non è stato semplice non vantare primogeniture sul candidato sindaco.

«Quella che mi sostiene - ha risposto la Straface - è coalizione di centrodestra allargata a movimenti civici. In una città come la nostra deve essere la politica a governare i territori. Con noi ci sono movimenti come Civico&Popolare che non si rispecchiano propriamente nel centrodestra ma che sposano certamente il nostro progetto di cambiamento».

La discesa in campo di Occhiuto

Mai come prima d’ora - ha chiesto Clausi - il presidente Occhiuto ha messo la faccia in una campagna elettorale, perché le elezioni di Corigliano Rossano varcano i confini cittadini, assumendo una valenza regionale.

«Questo è un dato dimostrato dalla presenza continua del governatore nella nostra città. Qui si gioca una partita diversa che riguarda l’autonomia di Corigliano Rossano – ha detto Stasi – rispetto a logiche di apparato. Qui le decisioni le assumiamo noi e questo, evidentemente, non piace ai sistemi regionali. Abbiamo certamente bisogno di interlocuzioni istituzionali ma anche di compiere scelte autonome. Giochiamo una partita di livello regionale, e non poteva essere altrimenti, in virtù della forza economica e demografica di Corigliano Rossano».

«Occhiuto è sceso in campo - ha puntualizzato la Straface - perché la nostra è una città importante. Corigliano Rossano deve riacquistare autorevolezza e credibilità, deve essere riconoscibile nella visione di città attraverso la partecipazione».

Il punto sulla fusione

«Quando ci siamo insediati - ha puntualizzato Stasi in tema fusione - abbiamo trovato il processo di unificazione solo sulla carta e fisiologicamente non concluso. Questo processo deve tradursi anche in una prospettiva ed in maggiori servizi. Ripartiamo dai municipi e da una nuova diramazione istituzionale. La fusione è un processo non facile da governare, abbiamo trovato servizi che non si estendevano all’altra parte di città ed abbiamo colmato questo gap».

Per Pasqualina Straface la città “nuova” «deve ancora nascere. I 30 milioni di trasferimenti statali sarebbero dovuti servire a costruire la città ed invece in questi anni è mancato un sentimento comune, è mancato lo statuto, sono mancati lo sviluppo delle aree industriali ed il rilancio dei centri storici. L’unico anello di congiunzione è rappresentato dall’ospedale della Sibaritide».

Stasi ha replicato, spiegando che non sono 30 i milioni ottenuti in questi anni, ma due l’anno per cinque anni, per come prevede la legge sulle fusioni, «fondi – ha specificato – estremamente ridotti rispetto alle necessità di una città come la nostra».

Ospedale della Sibaritide, quale futuro?

A proposito di ospedale della Sibaritide e sanità, il primo cittadino uscente ha specificato come quella del sindaco che coincide con la massima autorità sanitaria territoriale «è solo un pennacchio».

«L’ospedale nuovo? È un’opera politicizzata ma al contempo una battaglia di tutti. Per quel che mi riguarda può realizzarlo anche Napoleone, l’importante è che si concluda e mi auguro che terminata la campagna elettorale il percorso prosegua. Nel frattempo, però, lo spoke di Corigliano Rossano continua a subire tagli».

Secondo Pasqualina Straface, invece, non ci sono dubbi. «I lavori sono già ripresi ed il fermo dei cantieri si è reso necessario per approvare una variante che aggiorna l’opera, anche normativamente, al 2024. Il nuovo ospedale vanta 377 posti letto con un netto rafforzamento dei servizi ospedalieri come l’emodinamica, la stroke unit e la medicina nucleare. Inoltre i concorsi banditi per reclutare anestesisti, ginecologi e chirurghi, serviranno a colmare le carenze di personale»

Sviluppo, mobilità

I due hanno continuato a camminare parallelamente anche sul tema infrastrutture. Pasqualina Straface ha sottolineato la ripresa dei lavori di elettrificazione della rete ferroviaria e contestato a Stasi la gestione del progetto sul nuovo tratto di statale 106 tra Sibari e Rossano. «Il sindaco non ha condiviso il progetto con la città e solo alla fine si è saputo che lo scalo di Corigliano sarebbe stato superato con un rilevato. Al presidente di Trenitalia ho chiesto un collegamento con l’alta velocità che si ferma a Taranto, così come sarà fondamentale la bretella di Sibari».

«L’elettrificazione – ha contestato dal canto suo il ricandidato sindaco – mi risulta non sia partita adesso e non sia merito di Occhiuto. Per me può realizzarla chiunque, l’importante è che l’opera si concluda. È scandaloso, invece, il silenzio della politica sul nodo di Tarsia che taglierà per sempre fuori dai circuiti dell’alta velocità ferroviaria la fascia ionica. Ed una littorina che ci collega al Tirreno è una cosa da serie C. Sulla statale 106 siamo disponibili a procedere alla discussione sul tracciato a patto che non si perdano fondi e tempo».

La politica estera

Stimolati entrambi da una domanda sui rapporti della città di Corigliano Rossano con il capoluogo, la Straface ha sottolineato la necessità di ricostruire la reputazione della città ionica. «Dobbiamo essere autorevoli e credibili, la terza città della Calabria deve far sentire il suo peso specifico. I rapporti con gli altri? Dovremmo essere un modello per tutti ed il prossimo presidente della Provincia di Cosenza deve essere il sindaco di Corigliano Rossano».

«Ho rapporti splenditi con la città capoluogo, anche perché ho studiato all’Unical. Sanno tutti, invece, che non apprezzo quei pezzi del capoluogo che non hanno favorito lo sviluppo del nostro territorio con ragionamenti accentratori e capoluogocentrici. Non si comprende che se cresce la Sibaritide, cresce Cosenza», ha detto invece Stasi.

Il primo passo

Conclusione del faccia a faccia con la più classica delle domande: le primissime cose da fare in caso di vittoria.

«Abbiamo avviato percorsi precisi – ha concluso Flavio Stasi – e messo in campo progetti da oltre 100 milioni di euro che cambieranno il volto delle aree nevralgiche della città. Progetti che loro volta si tradurranno in economia per il territorio».

Pasqualina Straface, invece, ha immaginato una nuova e radicale riorganizzazione della macchina comunale sulla base delle «competenze e della professionalità e l’attivazione degli istituti di partecipazione con i portatori di interesse. Metteremo subito mano allo statuto – ha concluso – ed inizieremo ad attivare i canali per intercettare risorse».

Nota a margine, il fair play tra i due contendenti. Alla fine sorrisi, strette di mano e foto di rito. Meglio così che gli animi fin troppo esacerbati di questa fine di campagna elettorale.