Il candidato a sindaco del centrodestra (senza Fdi) punta il dito in particolare contro Fiorita e Talerico: «Non possono dare lezioni di etica, i registi dietro le loro coalizioni li conoscono tutti»
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«Mai avrei chiesto ai partiti di rinunciare a nomi e simboli. Lo hanno fatto loro, volendo dare una veste civica al progetto che abbiamo varato e non perché, come invece sento dire a qualche competitor, quasi si vergognavano del percorso intrapreso insieme. Una sciocchezza come quella che etichetta la coalizione Rinascita alla stregua di una grande ammucchiata. Ma in relazione a cosa, mi chiedo io? E per spiegare come sia una semplice insignificante battuta, priva di fondamento, affermo qualcosa che ormai sanno tutti. Ossia che proprio questi avversari moralisti hanno in realtà il dente avvelenato per aver bussato alle stesse porte, ricevendo un niet. Altro che lezioni di etica, è semmai insoddisfazione. E poi le persone sedute a questo tavolo e le tante che rappresentano avevano sì idee diverse prima, ed è giusto le conservino, ma nel nostro folto gruppo al momento c’è una sola ideologia prioritaria: il rilancio di Catanzaro».
Parola di Valerio Donato, candidato a sindaco del capoluogo, che stamani ha incontrato i giornalisti nella Sala Giunta di Palazzo di Vetro. Accanto a lui i referenti delle dieci liste (si tratta di nove esponenti politici, essendocene uno fra loro a cui è affidata la rappresentanza di due liste). Come premesso lo schieramento donatiano è infatti molto composito - annoverando al suo interno pure partiti nazionali come Lega e Forza Italia, non dimenticando Unione di Centro (Udc) e Nuova Unione Cristiano-Democratica (nCdu) - ma sembra proprio aver trovato la quadra.
Un aspetto messo in rilievo dallo stesso Donato: «Non immaginate quanti tentativi abbiano fatto gli altri per far saltare il nostro patto federativo, parlando, lo ribadisco, di operazione vecchia o a tutela di chissà quali interessi. Eppure le logiche e i registi dietro a coalizioni come quelle con a capo Nicola Fiorita o Antonello Talerico le conosce chiunque in città. Però mi rendo conto che i nostri avversari hanno poche frecce al loro arco al di là della denigrazione e dell’insinuazione. La verità è che tra di noi si discute, anche animatamente e con franchezza, ma guai se non lo si facesse. Io per primo mi annoierei, non amando confrontarmi solo ed esclusivamente con chi mi dice “bravo Valerio, hai ragione, stai facendo tutto bene”. Un dialogo del genere sarebbe infatti stimolante e addirittura fuorviante, dunque negativo».
Insieme al prof c’erano però anche Fabio Guerriero, peri Socialisti e Democratici e la lista Avanti; Filippo Mancuso, peraltro presidente leghista del consiglio regionale, per Prima l’Italia come si chiama il soggetto varato dal Carroccio in vista delle Amministrative 2022 dell’intero Paese; Franco Longo per Alleanza per Catanzaro; Elena Bova per Rinascita, ovvero la lista di Donato; Fabio Talarico per Catanzaro Azzurra, in altri termini l’articolazione cittadina di Forza Italia; Pino Pitaro per Volare Alto; Sergio Costanzo per Fare per Catanzaro; Fernando Sinopoli, oltretutto vicepresidente della Provincia del capoluogo e coordinatore provinciale di Coraggio Italia, per Italia al Centro e Catanzaro prima di tutto nonché infine Gianluca Tassone per Progetto Catanzaro. E proprio su tale ultima lista va reso noto che ospiterà buona parte dei candidati assai vicini al consigliere regionale di Fratelli d’Italia, partito in cima ai Tre Colli corsa da solo per volere della leader Giorgia Meloni, Antonio Montuoro e forse persino qualche membro della sua struttura.