Le dichiarazioni del Governatore Oliverio rilasciate ai microfoni della stampa, all'ingresso della prefettura di Reggio Calabria, lasciano presagire che la formazione delle liste abbia aperto un'altra fase nella dialettica interna al PD. IL ''si poteva fare di più'' è un monito di non difficile interpretazione. Urbe et orbi è stato ampiamente riconosciuto che, in particolare la designazione dei capilista nei collegi plurinominali della Camera e del Senato ha certificato il successo di Oliverio e smentito le previsioni che i suoi detrattori hanno fatto abbondantemente circolare nei giorni precedenti la decisione del Nazareno. A Roma è stato suggellato il patto Magorno-Oliverio ma è stato soprattutto riconosciuta la funzione di direzione politica che il Governatore esercita. Sarebbe da ingenui, dunque, pensare che il monito ''si poteva fare di più'' Oliverio lo avesse rivolto al PD nazionale. Se così fosse sarebbe stato lo stesso Oliverio a smentire l'ipotesi di un rinsaldato suo rapporto con i vertici nazionali del PD. A conferma, infatti, nei Capannelli dell'Astronave ieri si rincorrevano diverse interpretazioni ma la più accreditata era quella che Oliverio avrebbe messo sotto accusa le dinamiche che hanno determinato le scelte delle candidature nei collegi ricadenti nella provincia di Reggio Calabria.  Al proposito, non sono mancati valutazioni e commenti maliziosi. Insistenti domande ed interrogativi si ponevano sulla sua mancata candidatura in Calabria ma anche e soprattutto in riferimento al ruolo che il ministro Minniti avrebbe svolto nel processo decisionale per la formazione delle liste. Forse questa volta la buvette di palazzo Campanella ha prevalso su quella del transatlantico di Montecitorio che notoriamente si pregia dei servigi di quel Gigi Meduri che delle vicende reggine rimane pur sempre il massimo esperto e conoscitore.


Pa. Mo.