VIDEO | La consigliera regionale contrasta la decisione dell’amministrazione Voce, secondo cui la società in house che si occupa dell'attuazione di programmi regionali ed europei non è più economicamente sostenibile
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L’argomento non è ancora approdato in Consiglio comunale, ma il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, sembra aver chiaro il destino di Crotone Sviluppo. La società in house providing del Comune, che affianca l’ente nell’attuazione di programmi regionali ed europei, intercettando risorse e attuandone la progettazione, va messa in liquidazione, come disposto da un atto di indirizzo della stessa Giunta comunale. Una decisione fortemente contrastata dall’area politica che fa capo alla consigliera regionale Flora Sculco, che in Consiglio esprime due consiglieri, Danilo Arcuri e Antonio Megna.
Perché Crotone Sviluppo va tenuta in vita
Secondo l’amministrazione comunale, tenere in vita Crotone Sviluppo non è più economicamente sostenibile, ma per Sculco, con la decisione di mettere in liquidazione la società, «si rischia di commettere un “delitto” perché ci si priverebbe di una struttura che ritengo fondamentale e indispensabile».
Dello stesso avviso anche l’ex amministratore unico della società, Gianfranco Turino, nominato dalla precedente amministrazione Pugliese, poi dimessosi durante la gestione commissariale dell’ente: «Affrontare la sfida della gestione di 220 milioni di euro che sono già nelle casse del Comune, più il Recovery Fund e il nuovo Por, senza una società professionale come Crotone Sviluppo e con una macchina amministrativa azzoppata dalla carenza di personale, sembra un’idea farlocca, che ci fa pensare che questa amministrazione non voglia fare nulla».
Incarichi esterni
«Una mole di finanziamenti che l’attuale organizzazione amministrativa del Comune non è in grado di gestire, tant’è – aggiunge Sculco – che la stessa amministrazione comunale sta elargendo incarichi esterni per farsi supportare da tecnici e professionisti che sappiano lavorare su questo tipo di progetti complessi».
Attualmente Crotone Sviluppo è priva di amministratore unico e i 5 dipendenti si trovano in cassa integrazione: «Si tratta di cinque lavoratrici, la cui professionalità era stata messa a disposizione dell’ente e della città e che ora rischiano di perdere il posto di lavoro» aggiunge Sculco, la quale spera che «sull’argomento non cali definitivamente il sipario».