L’ex azionista di maggioranza della prima giunta Fiorita anticipa l’imminente ufficializzazione di dieci firme per tornare al voto anticipato. E sulle difficoltà a raggiungere il numero necessario: «Nel centrodestra troppe figure ingombranti che non riescono a fare sintesi»
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C’è un problema politico anche all’interno del centrodestra in Consiglio comunale a Catanzaro. A confermarlo è il consigliere comunale e regionale, Antonello Talerico, azionista di maggioranza della prima giunta Fiorita, poi uscito sbattendo la porta e oggi principale detrattore dell’amministrazione comunale. Fu lui, nei giorni successivi alla fuoriuscita dal perimetro della maggioranza, ad indicare i mesi di gennaio e febbraio, quale deadline per firmare le dimissioni e rimettere il pallino in mano ai cittadini attraverso un ritorno al voto anticipato. Una decisione che ancora oggi stenta però a prendere quota.
Lei è stato il principale azionista di maggioranza della prima giunta Fiorita con ben tre assessori e sette consiglieri comunali, quali risultati possiamo ascriverle quale contributo per la città di Catanzaro?
«Alcuni contributi si sono concretizzati dopo aver lasciato la maggioranza. Mi riferisco, ad esempio, al progetto per la digitalizzazione di oltre un milione di euro, ottenuto grazie all’ex assessore Arcuri. Inoltre, in Agenda Urbana l’unica novità presente è relativa al sostegno al commercio di prossimità con tre milioni di euro, una idea dell’ex assessore Borelli. A Fiorita abbiamo fornito una serie di soluzioni, ad esempio, il regolamento della cartellonistica pubblicitaria dalla quale avremmo potuto ricavare oltre un milione e mezzo all’anno con il fine di sottoscrivere un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti. Con cinque milioni di euro avremmo potuto sistemare integralmente la città: manutenzione delle strade, tombini, irreggimentazione delle acque, illuminazione; tutti progetti bocciati dal sindaco. Gli avevamo fornito due grossi progetti, ecoparchi, per la riqualificazione di alcuni quartieri, sarebbero potuti diventare anche fonte di attrattiva. Avevamo sollecitato un cruscotto, una cabina di regia per la gestione di Agenda urbana, dei Poc, di Metro plus per procedere alla riorganizzazione degli uffici e alla pianificazione della città per i prossimi anni. Dopo circa due anni di tutto questo non eravamo riusciti a realizzare nulla. Siamo, quindi, stati costretti a lasciare la maggioranza. La dimostrazione di ciò che dico è l’entrata e l’uscita di Azione dopo soli quattro mesi».
Lei ha lasciato la maggioranza dopo due anni, dietro questa scelta c’è anche un calcolo politico?
«No, non c’è un calcolo politico. Mi sarebbe convenuto rimanere in una maggioranza dove potevo contare su tre assessori e sette consiglieri. Avrei potuto “gestire” alcune situazioni che invece non ho gestito perché non c’erano le condizioni politiche per farlo, ma si è trattato soprattutto di una questione di coerenza. Sarebbe stato, per me, più soddisfacente riuscire ad amministrare e portare risultati per la mia città, anche attraverso un governo che di sinistra non è. Questa maggioranza vive una condizione di promiscuità, il sindaco sta amministrando senza far capire alla gente con chi è, con chi sta. Vuole l’appoggio del Pd, cerca l’appoggio della Lega, ha cercato l’appoggio di Forza Italia. Con tutte queste giravolte Fiorita amministra e ha amministrato con circa 25 consiglieri, di suoi ne ha solo 9. Lui parla di un atto di responsabilità ma il vero atto di responsabilità dovrebbe indurlo a dimettersi».
Nel corso della conferenza stampa convocata nei giorni successivi alla sua fuoriuscita dalla maggioranza, lei dichiarò che nel mese di gennaio, febbraio sarebbero maturate le condizioni per tornare al voto attraverso la presentazione delle firme necessarie. Perché ciò non è ancora avvenuto? È ancora dell’opinione che questa sia la scelta giusta?
«Innanzitutto pesa il forte condizionamento determinato su alcuni consiglieri di opposizione, ma anche di maggioranza, dell’indennità. Alcuni consiglieri, legittimamente o meno, non sono disponibili a dimettersi perché perderebbero l’indennità di duemila euro al mese. E poi c’è un problema politico, dobbiamo capire se veramente tutto il centrodestra vuole tornare al voto o, meglio, se questo centrodestra è disponibile a farsi condizionare da singoli consiglieri che non vogliono dimettersi e che cambiano ogni giorno partito. Per le dimissioni Forza Italia c’è, Azione ha dimostrato di esserci. Nei prossimi giorni ufficializzeremo il raggiungimento di dieci firme. Siamo in attesa naturalmente anche delle decisioni della Lega che sembra sparita. Quando facevo parte della maggioranza attaccavano quotidianamente, oggi sono spariti. Fratelli d’Italia ha fatto una scelta politica, non è mai stata aggressiva nell’opposizione ma la Lega sì. Aspettiamo i nostri alleati per capire cosa vogliono fare. Ma posso dire di non avere interesse a candidarmi a sindaco. Per quanto mi riguarda sono disponibile a sostenere alla carica di sindaco qualcuno che sia espressione dei partiti alleati».
In una recente intervista, su mia precisa domanda, l’ex senatore Donato Veraldi ha confermato che in effetti nel centrodestra manca una leadership autorevole. Cosa ne pensa?
«Una leadership manca anche nel centrosinistra che si fa tirare dalla giacchetta da un sindaco senza arte né parte, senza partito, senza gruppo politico. Nel centrodestra il problema forse è opposto: ci sono troppe figure ingombranti che non riescono a fare sintesi. Si tratta, tuttavia, di un problema superabile perché le singole figure che appartengono al centrodestra sono strutturate. Lo dimostrano i fatti, il coraggio e i ruoli che esercitano. Ci sono troppe figure che potrebbero validamente assurgere a leader, il problema attuale è che non ci sono più alleanze di partito, né ideologiche. Ci sono le correnti delle correnti all’interno dei singoli partiti, quindi, più d’uno non è disponibile a cedere o, meglio, a riconoscere il ruolo dell’altro. Devo dire però che l’analisi di Donato mi lascia perplesso perché è il primo a criticare il sindaco ma poi lo sostiene dicendo che deve andare avanti. Così continuiamo a far guidare la città ad un sindaco che ha dimostrato di essere un incapace».
Anche in Forza Italia in Consiglio comunale ci sono diverse correnti?
«È chiaro che in ogni partito ci sono correnti. Siamo tutti in competizione ma con lealtà e correttezza. Abbiamo dimostrato di poter convivere, non ci sono scontri interni, ognuno farà il suo percorso. Qualcuno, o magari più d’uno, sarà anche candidato alla Regione ma questo non vuol dire non poter coabitare. La storia di Catanzaro ci ha dimostrato che anche all’interno dello stesso partito c’erano più figure in competizione. Forza Italia oggi, ma anche Azione è ritornata all’opposizione. Ma l’unico partito che sta facendo opposizione vera è Forza Italia».
Quindi secondo lei ci sarebbe un patto di non belligeranza tra la Lega e il sindaco?
«Se non c’è un patto di non belligeranza, sicuramente non c’è politica. Non è normale dinnanzi ad una stagione diventata così drammatica. Fiorita ha parlato a settembre di svolta. Dall’amministrazione dei migliori sarebbero passati all’amministrazione dei responsabili. Io voglio fare notare che da quando siamo usciti dalla maggioranza hanno commesso errori di una banalità incredibile. Questo dimostra che fin quando ci siamo stati noi siamo riusciti a dargli un equilibrio altrimenti come si spiega che le critiche più aspre provengono proprio dal capogruppo del Pd».
Catanzaro vive da anni una fase di declino politico e amministrativo. In una recente intervista, l’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini ha addebitato all’amministrazione regionale scelte tese a depauperare ulteriormente la città capoluogo. Al netto delle scelte del presidente della Regione, in Consiglio regionale ci sono esponenti di centrodestra che rappresentano l’area del catanzarese. Non curano sufficientemente gli interessi della città?
«Io penso che Tallini parli solo per rancori personali, non entro nel merito. Però posso dire che quello che Catanzaro ha ottenuto con questo governo regionale non l’ha mai ottenuto in trent’anni di storia politica, di cui sono stati protagonisti coloro i quali adesso pontificano. Centosessanta milioni di euro per la metropolitana, 20 milioni di euro per il porto, oltre 10 milioni di euro per lo stadio. Ma quelli che oggi pontificano che cosa hanno portato alla città, al di là delle piccole clientele? Non hanno nemmeno lasciato una classe dirigente. Io personalmente faccio politica da due anni, gli altri l’hanno fatta per trent’anni. Io ho fatto mantenere il Consiglio nazionale delle ricerche, la risonanza magnetica di cui solo tre modelli esistenti in Italia, ho fatto la battaglia per la seconda pet per i malati oncologici, pervenire i finanziamenti per bitumare le strade anche di Catanzaro Lido, in soli due anni. Gli altri che hanno governato il Comune per tanti anni che cosa hanno lasciato alla città? Né classe dirigente, né grandi progetti e adesso per rancori personali attaccano tutti. Io ho avuto il coraggio di mettermi di traverso, contro il centrodestra, in una fase delicata, durante le elezioni comunali. Gli altri non l’hanno avuto. Gli altri sono stati dei bravi calcolatori. Ora il sindaco sta aggravando la situazione perché non solo non ha arrestato il declino ma nella sua azione non vediamo prospettive per rilanciare la città, ferma sotto il profilo economica, sociale».
Un’ultima nota di colore la attingo sempre dalle dichiarazioni di Tallini. Secondo l’ex presidente del Consiglio regionale, il presidente della Regione avrebbe un atteggiamento eccessivamente autoritario nei confronti dei consiglieri regionali e in tal modo esautora la massima assemblea. Le risulta?
«Posso affermare senza timore di essere smentito che non ho mai sofferto, subito pressioni o condizionamenti da parte del presidente Occhiuto. Sicuramente è autorevole, alcune decisioni sono le sue decisioni. Poi ognuno è libero di condividerle, di non accettarle. Io, ad esempio, mi sono più volte espresso anche pubblicamente contro alcuni argomenti che non condividevo. Il Consiglio regionale è sicuramente autonomo e indipendente, magari potrebbe essere coordinato in maniera diversa. Potremmo confrontarci di più tra noi consiglieri. Oppure qualcuno in passato ricorda una gestione diversa?»