Dieci giorni per costruire una nuova maggioranza a Palazzo De Nobili, a conclusione il sindaco ne trarrà le dovute conseguenze. Il giorno dopo l'azzeramento della giunta e la scomparsa di una stabile compagine di governo Nicola Fiorita tiene il punto: «Ci vuole senso di responsabilità, chiarezza e coraggio. Ho già detto a tutti: o c'è una maggioranza che crede nel cambiamento capace di determinarsi in pochi giorni su una nuova giunta oppure non sto qui a galleggiare».

Lo spettro è quello di un progressivo logoramento, figlio di un mandato attribuito dagli elettori ma privo di un numero sufficiente di consiglieri per poterlo agilmente gestire. Un timing ben preciso per procedere ad uno scouting tra i consiglieri disponibili a reggere l'azione amministrativa, probabilmente si pescherà dal gruppo misto e dai transfughi dell'area Talerico, principale azionista di maggioranza prima del divorzio sancito dal suo ufficiale passaggio in Forza Italia. 

Punto di caduta che ha poi condotto al radicale epilogo. Confermato dal primo cittadino («Ha pesato sicuramente nella fase iniziale ma la mia sindacatura ha senso solo se capace di produrre un reale cambiamento, non sono stato eletto per cincischiare»), negato dal diretto interessato: «Nulla centrano le diverse ideologie o le appartenenze, non ci sono le condizioni perché non c'é un metodo, non c'è un modo di amministrare così come ipotizzato nel progetto iniziale, di confronto e di contraddittorio».

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A divorzio consumato, resta adesso il problema della formazione di una nuova compagine di governo. Il centrosinistra che pur esprime il sindaco non possiede sufficienti numeri. Si sonderanno le anime nella civica assise. «Voglio ricordare alle componenti che assumono di allargare a sinistra che nel consiglio comunale di sinistra c'è ben poco» ragiona il consigliere comunale e regionale, Antonello Talerico. «Quindi saranno costretti ad andare, come hanno fatto, dai miei ex consiglieri per cercare di formare una maggioranza che sarà ancora più ibrida di quella assicurata dalla nostra presenza».

Un dato incontrovertibile, una commistione che però non impensierisce il primo inquilino di Palazzo De Nobili: «Queste sono le formule che non interessano a nessuno. Io sono una persona progressista, la mia amministrazione è chiaramente di centrosinistra. È una questione che non esiste - insiste - ciò su cui noi saremo giudicati è se avremo prodotto o meno un cambiamento in questa città».