Il primo cittadino di Montebello Jonico Ugo Suraci è pronto a tornare al lavoro, dopo essere guarito dal Coronavirus. Le sensazioni e i ricordi dopo settimane drammatiche
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Ha vinto la sua battaglia contro il virus il sindaco di Montebello Jonico Ugo Suraci. Dopo giorni di paura e comprensibile apprensione ha lasciato il Gom dove era ricoverato e sta continuando la sua convalescenza a casa.
Conta i giorni che mancano per una totale ripresa che lo separano dal riabbracciare la sua Montebello. Ma il ricordo di quanto vissuto è ancora nitido.
Il ricordo della scoperta
«Quando è deceduto il geometra Crea e con il tampone post morte è stato dichiarato positivo, sono corso al grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria per fare il tampone. Dovevo tornare il giorno dopo per fare il secondo tampone ma è arrivata la telefonata che, invece, ero già risultato positivo. Tensione e paura sono arrivate dopo. Il primo pensiero è stato quello di correre in ospedale per essere ricoverato. Ed è proprio in ospedale che comincia a venire fuori il timore. Nella solitudine, seppur accanto ad altri pazienti che soffrivano più di me, di giorno e di notte il pensiero è l’ascolto del proprio corpo per comprendere se ci sono segnali di cambiamenti in negativo. Ma tutta la tensione, la paura e i turbamenti venivano tacitati dal constatare l’efficienza del reparto di Malattie infettive. Si avvertiva un clima nel quale non si può che essere certi di essere in buone mani».
I sintomi
Decimi di febbre e tosse e quella paura nel comprendere se si trattasse di sintomi del Coronavirus o banale stanchezza. Un percorso arrivato alla consapevolezza dopo la morte del dipendente comunale che ha fatto scattare l’allarme in tutto il paese.
«Ho avuto paura e preoccupazione perché di fronte a questo virus nessuno può stare tranquillo. Mi è andata bene e dopo 15 giorni mi hanno dichiarato guarito. E io da credente non posso che ringraziare Dio anche perché i miei familiari sono risultati negativi».
La ripresa
Adesso sta bene Ugo Suraci, ha ripreso a mangiare e camminare. La ripresa è stata dura ma lui, con tenacia e caparbietà, ha trovato la forza di combattere e, seppur debole, ha rispettato in modo rigoroso la quarantena domiciliare soprattutto per tutelare la moglie che con amore gli è stata accanto fino al saluto prima di essere ricoverato.
«Dopo aver superato la battaglia contro il virus, grazie soprattutto a questo meraviglioso reparto, sto osservando il riposo prescrittomi e tutto sommato sto recuperando bene. Spero tra qualche giorno di poter ritornare nelle mie funzioni e in mezzo alla gente come ho sempre fatto».
Il pensiero alle vittime
L’ultimo pensiero del sindaco va a chi questa battaglia l’ha persa, in particolare le due vittime del suo paese. «Alle vittime di questa maledizione va tutto il mio pensiero. In particolare sono provato perché nel mio Comune abbiamo avuto due perdite. Due persone con cui ero molto legato da un rapporto decennale di amicizia, di collaborazione. Il geometra del Comune Mimmo Crea e la mamma che mi salutava sempre dal balcone con un sorriso. Si prova un grande dolore e forte dispiacere».