Con le sue ordinanze di fine primavera Mario Occhiuto pensava di ridare sprint alla realizzazione del Parco del Benessere, invece ha creato ulteriori rallentamenti ai lavori. A metterlo nero su bianco tutta la giunta regionale, che in uno dei suoi ultimi atti ha provato a cercare una soluzione al pasticcio provocato dal sindaco di Cosenza con i suoi diktat. I provvedimenti di quest'ultimo, motivati all'epoca – tra le varie ragioni addotte – anche dalla necessità di garantire al più presto maggiore sicurezza ai cittadini, hanno finito infatti per rinviare «l'eliminazione dei contingenti rischi per la pubblica incolumità» che tuttora persistono sul viale trasformato in funzione della discussa metropolitana leggera.

Gli accordi iniziali

In base all'accordo di programma siglato nel 2017, i lavori nel parco sarebbero stati parte integrante del mega progetto da 160 milioni di euro con cui si intendeva rivoluzionare il trasporto pubblico locale tra Cosenza e Rende: costo totale di quasi 2,5 milioni e priorità assoluta nel cronoprogramma, con ultimazione prevista già entro un anno dall’inizio dei lavori dell’appalto principale, datato ufficialmente 3 settembre 2018. Ventuno mesi dopo, però, agli operai restava ancora parecchio da fare. Così, tra fine maggio e inizio giugno di quest'anno, dal Comune di Cosenza è partita una duplice ordinanza.

La fretta di Occhiuto

La ditta appaltatrice, tra le varie disposizioni di Occhiuto, avrebbe dovuto consegnare entro metà giugno le opere comprese nella fascia ovest del parco; terminare ulteriori interventi entro il 26 dello stesso mese; realizzare laghetti, fontana e giochi d'acqua entro il 4 settembre; completare, tranne la parte destinata ai binari della metro, «quanto prima» la nuova versione di viale Mancini. Il traguardo è ancora lontano.
Il sindaco chiedeva invece alla Regione di vigilare sulla celerità dei lavori, di erogare al più presto la quota di finanziamenti mancanti e accelerare, più in generale, l'iter tecnico-amministrativo del progetto metropolitana leggera. Che si è complicato più di prima.
Quanto a Palazzo dei Bruzi, ricorda la Giunta regionale nella sua delibera dei giorni scorsi, in forza all'ordinanza 14/2020 del primo cittadino «ha acquisito le opere eseguite del Parco urbano nonché ha stabilito di provvedere a quanto non eseguito con i finanziamenti che dovrà mettere a disposizione la Regione Calabria».

I problemi creati dal Comune

La mossa di Occhiuto si è rivelata un boomerang, sortendo l'effetto opposto a quello sperato. Ha, infatti, «significativamente interferito con le attività di cantiere», con il Comune che «ha preso in carico aree ed opere ad oggi non ancora collaudate, senza una regolare consegna (anche parziale) e senza la preventiva redazione di uno stato di consistenza del realizzato». L'ingerenza del Comune rende impossibile «una prosecuzione lineare dell’opera» perché alcune aree del cantiere, ribadiscono dalla Regione, «sebbene completate non sono allo stato collaudate».
Al tavolo convocato a fine luglio dalla Santelli per trovare una soluzione al problema Occhiuto ha rilanciato, confermando la disponibilità di Palazzo dei Bruzi a gestire i lavori al posto della Regione (ma sempre a spese di quest'ultima) e chiedendo l'erogazione di ulteriori quattro milioni di euro di finanziamento per via Lupia, un altro progetto legato a quello della metro.

Metro sempre più lontana

Alla Cittadella la proposta potrebbe pure andar bene, ma non è chiaro se la strada sia praticabile, visto che, ora come ora, i fondi per il parco sono legati a quelli della tranvia. E il futuro di quest'ultima si fa sempre più incerto. Gli assessori regionali, infatti, scrivono senza dilungarsi in troppi dettagli che molti dei problemi economici, tecnici e amministrativi che hanno rallentato fino ad oggi la realizzazione della maxi opera sono «attualmente persistenti». Ci sono, tra l'altro, «criticità non risolvibili nel breve periodo», mancano ancora nulla osta ministeriali e le verifiche favorevoli di alcuni elaborati progettuali. Ma, soprattutto, i problemi riguardano anche «la necessaria copertura finanziaria per l’intero investimento».

Alla ricerca di una soluzione

Come uscirne? La Regione riconosce che, metro o non metro, trovare il modo per far completare al Comune almeno il parco è ormai urgente. Serve per restituire vivibilità all'area, non lasciare un'incompiuta nel centro della città e perché la realizzazione dell’opera «garantirà altresì l’eliminazione dei contingenti rischi per la pubblica incolumità». Ma per riuscirci il progetto dovrà diventare indipendente da quello della tranvia, un addio che potrebbe coinvolgere il relativo (e già di suo a rischio) finanziamento europeo.
Toccherà al dirigente generale del dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità «valutare la possibilità tecnico amministrativa che il parco urbano nella città di Cosenza possa essere svincolato dall’opera principale». Solo trovando un sistema per trasferire le competenze attualmente della Regione al Comune i lavori potranno andare avanti. Qualora accada, spetterà allo stesso dirigente regionale quantificare il denaro necessario al loro completamento. A quel punto sarà il dipartimento Programmazione a dover trovare le risorse per finire il parco. Nel frattempo, ai mesi di ritardo accumulati sinora se ne saranno aggiunti di nuovi. Sempre che i soldi si trovino.

 

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