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In seguito al coinvolgimento nell’inchiesta dalla Dda di Catanzaro denominata ‘Acheruntia’ e che ha coinvolto presunti esponenti della cosca Lanzino-Ruà, tra cui l’ex assessore regionale Michele Trematerra, il noto avvocato cosentino Franz Caruso, candidato alle regionale nelle file del Pd, ha tenuto una conferenza stampa per chiarire la sua posizione.
“Voti liberi e non condizionati. I miei sono stati 8.112 voti liberi – ha dichiarato Caruso - L'articolo 48 della Costituzione stabilisce il diritto di voto. L'articolo 51 dice che tutti possono accedere alla carica di candidato. Io mi potevo candidare. Gencarelli era un elettore, dipendente pubblico della Regione distaccato al Comune di Cosenza, per anni consigliere comunale ad Acri, collaboratore di Trematerra. Un incensurato”. Secondo gli inquirenti Angelo Gencarelli, arrestato nell'operazione e ritenuto uomo di riferimento del clan, avrebbe sostenuto la candidatura dell’avvocato Caruso alle scorse elezioni regionali. Caruso non è indagato nell'inchiesta ‘Acheruntia’, né c'è alcun elemento penale a suo carico.
“Angelo Gencarelli - ha detto Caruso - è un cittadino che non ho conosciuto nelle aule di giustizia, ma che ho conosciuto tramite un amico in comune che me lo ha presentato e Gencarelli mi ha offerto il suo sostegno politico. Non mi ha chiesto nulla e non mi ha chiesto soldi. Nell'inchiesta non emerge alcun legame mio con nessuno se non qualche telefonata con Gencarelli. Ma il mio nome finisce inopinatamente in questa inchiesta e inopinatamente viene riferito in conferenza stampa. Io, infatti, sono qui solo per dare conto politicamente della vicenda che dimostra come il mio comportamento sia stato corretto e trasparente. Forse la stampa avrebbe dovuto riferire che anche in questa amara terra di Calabria c'è qualcuno che si comporta in modo onesto. Non ho prestato il fianco a nessuno e non ho mai avuto contatti con pregiudicati, né dall'inchiesta emerge che Gencarelli abbia chiesto voti per me alla cosca. Acri storicamente è un presidio socialista e chiunque si è candidato prima di me nel partito socialista, come Incarnato, ha preso molti voti più di me. La forza della partito socialista lì è data dalla presenza del sindacato”.
“Non c'è discrepanza tra i voti presi nel 2007 e quelli del 2014 – ha continuato l’avvocato - C'è un consenso che si è cimentato e si è consolidato. La mia persona non ha bisogno di certificazione, a me la patente di persona onesta e trasparente la attribuisce la mia condotta. Se la 'ndrangheta ti vota ti elegge e io non sono stato eletto. Anche se fossi stato eletto, però, avrei rifiutato i voti della mafia”.
Caruso ha poi aggiunto rispondendo alla domanda se fosse stato imprudente accettare il voto da Gencarelli: “Non sono stato imprudente. Ho semplicemente accettato che un incensurato si fosse offerto di darmi il voto. Se siamo garantisti lo dobbiamo essere sempre. Ribadisco che ho conosciuto Gencarelli perché mi è stato presentato da un amico in comune. Ma non ho fatto promesse né mi ha chiesto nulla. La nostra è stata una campagna elettorale modesta ma onesta. Non sapevo di indagini a suo carico perché sono impegnato nel mio lavoro di avvocato e non mi informo. Se lo avessi saputo, non sarebbe cambiato nulla perché anche i miei clienti, che sono stati condannati, mi hanno votato. Io che sono socialista posso correre dietro a un avviso di garanzia? Un avviso di garanzia in quanto tale è a garanzia della persona. Ma anche essere cautelato non significa essere responsabile. Ed è notorio che Gencarelli non abbia una sentenza di condanna. Sono contento che qui stasera ci siano tanti amici, il presidente dell'Ordine degli avvocati, Oreste Morcavallo, e Luigi Guglielmelli del Pd”.
Caruso ha poi concluso dicendo: “Facessero indagini a 360 gradi sul voto regionale. Abbiamo bisogno di moralizzare le istituzioni, l'etica della politica riguarda tutto, che sia "Rimborsopoli", "Tangentopoli" e "Mafiopoli".