È iniziato ieri sera un confronto del Governo con i capi delegazione delle forze di governo, proseguito oggi con le Regioni, gli Enti locali e anche con il Cts per ascoltare le voci dei territori e degli esperti in modo da approntare le soluzioni migliori per affrontare questa nuova ondata di contagio. 

Il nuovo Dpcm dovrebbe essere in dirittura d'arrivo e nella giornata di domani le novità dovrebbero essere comunicate con una conferenza stampa del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Discussione su parrucchieri e palestre

Non dovrebbero chiudere negozi di parrucchiere e centri estetici. La misura, a quanto spiegano fonti di governo, non è sul tavolo della discussione in vista del nuovo dpcm con le norme anti contagio. Una valutazione è invece in corso, spiegano le stesse fonti, sullo stop alle palestre e alle piscine e più in generale sugli sport di contatto dilettantistici. Sullo sport, viene spiegato, arriverà una nuova stretta ma è ancora aperto un ventaglio di ipotesi che verranno soppesate nelle prossime ore.

 

«Se guardo i numeri degli altri Paesi le nuove misure sono necessarie per evitare di arrivare a quei livelli». Lo ha detto - a quanto si apprende - il ministro per la Salute, Roberto Speranza durante il vertice governo-Regioni in vista della nuova stretta per arginare l'aumento dei contagi da Coronavirus in Italia. 

 

«L'idea di base è l'irrigidimento delle misure con una distinzione di base tra attività essenziali e non essenziali perché abbiamo necessità di limitare i contagi. Interveniamo adesso con più forza sulle cose non essenziali per evitare di dover incidere domani sull'essenziale che per il governo è rappresentato da lavoro e scuola. Se decidiamo come governo di chiedere a qualche comparto di cessare o limitare le proprie attività ci facciamo carico del ristoro».

 

«Sulla movida potremmo fare uno sforzo in più, valutiamo se è il caso di una una stretta sugli orari serali per evitare assembramenti» ha spiegato ancora. «Lavoriamo insieme sui trasporti. Serve una mossa netta sullo smart working, direi di arrivare anche al 70-75%».

 

«Orari scaglionati per le scuole e favorire il più possibile la didattica a distanza per le scuole superiori». È quanto invece chiesto dalle Regioni al governo durante il vertice di oggi. Alcune Regioni, come l'Umbria, hanno annunciato per le scuole superiori l'idea di introdurre «la didattica a distanza per un periodo limitato, allo scopo di consentire in 15 giorni di capire e studiare l'evoluzione della pandemia».