Troppo facile governare così, sostanzialmente contro opposizioni fievoli, «silenziose, generose e distratte». Per l’ex sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, la ricandidatura di Flavio Stasi giunge in scioltezza, senza alcuna difficolta creata da chi avrebbe dovuto fare opposizione all’azione di governo messa in campo dall’ormai ex enfant prodige della politica nostrana. Nell’ascoltare Mascaro, 62 anni passati a pane e politica locale, regionale e nazionale – anche grazie ad un padre senatore ai tempi d’oro della Democrazia cristiana – per il centrodestra le prossime elezioni, fissate per il 9 giugno, saranno la cronaca di una sconfitta annunciata. L’ex primo cittadino, da profondo conoscitore della “materia” e degli uomini in campo, traccia scenari apocalittici ed invita la politica regionale a non sottovalutare Stasi, anche in ottica futura, perché da chi «vive di politica» e sta imponendosi come «fenomeno», basterebbe poco per ritrovarselo come candidato presidente alle prossime regionali. E col placet del Pd nazionale

Mascaro, ci dica, da esperto in materia, cosa sta succedendo a Corigliano Rossano?
«Semplice, nessuna delle forze in campo ha proposte importanti e così giungeranno alla competizione con nomi di ripiego, con tutto il rispetto per quelli che circolano già. Il nominativo che serve oggi è quello di Pasqualina Straface, ma da quel che mi risulta non vuole candidarsi. Il centrodestra sta tentando la via di un accordo federativo per il ballottaggio: chi arriva secondo coagula su di sé la forza degli altri. Un ragionamento da sconfitta in partenza, soprattutto se il legislatore eliminerà il ballottaggio, come si dice, nel caso in cui il candidato a sindaco otterrà non più il 50% ma il 40% dei consensi al primo turno. Il problema sta tutto qui: la spiegazione ai silenzi di cinque anni, ad una ricandidatura di Stasi allestita tutta in discesa, è che i suoi avversari stanno rinunciando a concorrere in partenza. Mi convinco sempre di più che il centrodestra, a Corigliano Rossano, parteciperà per arrivare secondo, quindi per eleggere la minoranza. E sarà peggio se andranno alle elezioni disuniti».

Perché, secondo lei si può addirittura ad arrivare ad una diaspora del centrodestra?
«Adesso è troppo tardi per tutto, la competizione si organizza prima e dovrebbero essere i partiti a segnalare la candidatura a sindaco, non la società civile. Non vorrei, insomma, che si stesse perdendo il tempo che rimane perché i partiti alleati su base antistasiana vogliono perdere separatamente, per ritagliarsi ognuno il proprio orticello ed eleggere così i propri consiglieri all’opposizione. Conosco molto bene Giuseppe Graziano, a me non mente ma non dirà mai che è vero: alla fine tirerà fuori un nome di Azione, un coriglianese da candidare in autonomia che non sarà eletto. Una mossa per consentirgli di entrare meglio a Corigliano ai prossimi appuntamenti elettorali, in un territorio che non è mai stato troppo generoso con lui. In queste condizioni, con un centrodestra frastagliato, Graziano concorrerà da solo, con un suo candidato. Perché perdere, al contrario, con un qualsiasi candidato di ripiego? Consapevoli del fatto che si potrebbe perdere al primo turno, i partiti proveranno a conquistare un gruppetto di consiglieri di opposizione come obiettivo massimo. E temo che si arrivi a giugno con più candidature dall’area di centrodestra ma la “strategia” regalerà la partita a Stasi. La prova provata è il centrodestra stesso che non ha voluto individuare nei tempi giusti un candidato autorevole che potesse iniziare a lavorare con un anno a disposizione. Non avendolo tra le fila, se lo sarebbero dovuti inventare. A cento giorni dalle elezioni, però, non l’hanno fatto e così raccoglieranno quello che possono, che è troppo poco per tutto il centrodestra. Per questo Giuseppe Graziano concorrerà da solo».

Narra scenari apocalittici.
«Stasi vivrà la sua vita di politica o tenterà di farlo il più a lungo possibile. Non potendo più essere rieletto per la terza volta, si concentrerà sulla Regione, le cui elezioni saranno nel 2026 e così nella primavera 2027 la città di Corigliano Rossano tornerà al voto, a due anni dalla scadenza naturale prevista nel 2029. Sostanzialmente si sta spianando la strada ad un sindaco che una volta rieletto non assolverà al suo compito di primo cittadino, ma si concentrerà nella campagna elettorale per la candidatura alle regionali, come consigliere o, se dimostrerà di aver sostenuto il Pd alle Europee potrebbe staccare il ticket addirittura come candidato a presidente. Così Flavio Stasi potrebbe comprarsi il biglietto per un posto in prima fila, nella misura in cui il centrodestra gli regalasse la vittoria, con una débâcle, come si sta prospettando. Per giunta Stasi passerà per fenomeno perché vincerà contro quelli che vincono tutto».

Una via spianata da opposizioni fievoli?
«Il primo cittadino di Corigliano Rossano ha governato in scioltezza per cinque anni. Il presidente Occhiuto ha frenato sia Graziano che la Straface perché Stasi fa comodo a tutti. Pensare, però, che il giovanotto non sarà un problema alle prossime regionali è sbagliato. Nel 2026 sarà un avversario ostico per chiunque. Se stravince le lezioni a Corigliano Rossano, e con il centrosinistra in perenne affanno, potrà essere il designato presidente, anche su Falcomatà perché Stasi è molto più asso del sindaco di Reggio. E se stravincerà le elezioni contro chi ha stravinto ovunque, forti di un governo centrale e un governo regionale alle spalle, dovremo ammettere per forza che Stasi è un fenomeno». 

Quindi sta dicendo che il disimpegno delle opposizioni e del centrodestra è stato voluto, ragionato?
«Sarà una resa con un finto impegno politico per un accordo con vista sul ballottaggio, perché ognuno competerà per i fatti suoi, ma soprattutto perché nessuno è riuscito a tirar fuori dal cilindro un candidato che potesse essere gradito indistintamente. Per inerzia si arriverà tra un mese a scegliere “il meglio” che c’è nel centrodestra. Potrà però capitare che senza una convergenza sul nome, i buoi scapperanno. Questi cinque anni dimostrano che il centrodestra non ha voluto scendere in campo anche col supporto dei big come Occhiuto o Wanda Ferro, assenti dalla partita perché chi guida i partiti più importanti del centrodestra ritiene che l’esito di Corigliano Rossano sia ininfluente per il futuro politico della Regione. Una filosofia di pensiero sbagliata perché qualcuno dovrà pagarne il conto nei confronti del popolo di centrodestra che ha pagato il biglietto per assistere ad una partita vera, non ad una farlocca. Insomma, chi non riesce ad individuare un nome aggregante, non di fronte ad una sconfitta ma ad una débâcle, dovrebbe lasciare la politica e dedicarsi ad altro».

Si mormora che il Pd nazionale sarebbe pronto a (ri) abbracciare Stasi.
«Una parte andrà certamente con Stasi, un’altra non voterà nessuno. Ma anche l’ex sindaco di Corigliano, Giovanbattista Genova, sempre molto critico nei suoi confronti, già nel 2019 ha poi appoggiato vicesindaco di Stasi. Il centrodestra ha un debito con Stasi che gli ha regalato la vittoria alle provinciali di Cosenza. Il Pd ha perso Ferdinando Nociti, passato in Azione per colpa di Stasi a cui saranno riaperte le porte del Pd in cambio di supporto alle Europee ad un big del sud Italia. Non a caso il Pd ha accolto Stasi ancora prima, alle scorse provinciali, competizione servita ad eleggere due stasiani, e tutto questo dopo aver fatto perdere al Pd la provincia più grande d’Italia nella tornata precedente. Peraltro, la sua candidatura a presidente della Provincia di Cosenza da autonomo contro il Pd era stata sostenuta da settanta firme di amministratori di centrodestra, molti dei quali con la tessera in tasca. Il Pd proverà a riaprirgli nuovamente le porte un’ennesima volta ed il passepartout sarà il sindaco di Bari».

Ci fornisca un giudizio sull’azione di governo di Stasi in questi cinque anni.
«Flavio Stasi ha avuto la fortuna di non avere una opposizione, di contare su una politica silenziosa e amica. Non c’è mai stato un dibattito acceso tra Stasi e il centrodestra, quel fiume d’inchiostro per cui se le sono dette di santa ragione non c’è. Così come mi sarei aspettato un’infinità di polemiche di Stasi contro il centrodestra sul terreno dell’autonomia differenziata. Nel mezzo, invece, c’è una pax vera perché in questi anni non si è consumato uno che sia un confronto serrato, anche sui grandi temi. Con la politica assente a Corigliano Rossano, Stasi ha avuto una minoranza che nel tempo si è trasformata in maggioranza, ma anche la fortuna di “subire” una opposizione silenziosa, generosa e distratta, per cui può contare sul supporto di consiglieri di opposizione, e non da oggi. Così è facile governare per tutti. Non ha mai rischiato di cadere ed ha avuto un’altra “fortuna”, il Covid lacrime, sangue e soldi, talmente tanti che i comuni italiani non sono riusciti nemmeno a spendere. A Stasi chiederei che fine hanno fatto i 19 milioni di fondi Por ereditati da noi. Un centrodestra attivo avrebbe potuto pressare, con noi c’era Giovanni Soda (oggi super manager dell’amministrazione Stasi, ndr) che ha vissuto quei momenti. Dove sono le convenzioni? E poi la macchina comunale non lo ama, ha inserito alcune persone fidate in posti chiave e tratta non bene gli altri, sta alimentando troppe ingiustizie e questo potrebbe pagarlo anche in termini elettorali poiché stiamo parlando di 7-800 famiglie».

Lei si candiderà?
«Non compio miracoli, potrei ottenere due, tre punti percentuali più degli altri nonostante sia quello più adatto a contrastare Stasi. Ma mi chiamo Mascaro, ho una posizione che non piace a moltissimi».