Il leader azzurro è intervenuto alla kermesse politica di Milano con un video-messaggio. Ha rivendicato la paternità della coalizione di governo e ha messo in guardia dall’imperialismo del Dragone
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Non è stato facile registrare il video-messaggio con cui Berlusconi, ancora ricoverato al San Raffaele, ha “partecipato” alla convention di Forza Italia che si è svolta oggi a Milano. Nonostante l’impegno produttivo per realizzare il video, Berlusconi è apparso estremamente sofferente e comprensibilmente affaticato dall’impegno fisico che la registrazione del messaggio ha inevitabilmente comportato.
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«Eccomi, sono qui per voi, per la prima volta in camicia e giacca dopo oltre un mese – ha esordito il leader di Fi -. Qualche notte fa, qui al San Raffaele mi sono svegliato improvvisamente con una domanda in testa che non riuscivo a mandare via. Ma come mai sono qui? Ma che ci faccio qui? Per cosa sto combattendo io qui?. Vicino a me vegliava la mia Marta. Anche a lei posi la stessa domanda. “Perché siamo qui?”. E lei mi disse: “Siamo qui perché hai lavorato tanto, ti stai impegnando molto perché per salvare la nostra democrazia e la nostra libertà”». Nella lunga premessa, il Cavaliere ha dunque ripercorso la sua discesa in campo nel 1994, rimarcando ancora una volta che lo fece per evitare che l’Italia diventasse «un paese comunista». I cavalli di battaglia politici sono i soliti: innalzamento delle pensioni, abbassamento delle tasse. E ancora: elogi all’azione del Governo e alla coalizione di centrodestra, di cui ha rivendicato la paternità.
Il passaggio più interessante è stato forse quello relativo all’Europa, in vista delle elezioni del prossimo anno. «Dobbiamo fare dell’Europa un vero continente unito, passando dalle decisioni che oggi vanno adottate all’unanimità a una maggioranza qualificata». Ma soprattutto Berlusconi ha messo in guardia dall'“imperialismo” cinese: «Serve un’unica politica militare, con una forte cooperazione tra le forze armate di tutti i paesi europei, con un aumento della spesa militare e una forza di pronto intervento di almeno 300.000 uomini. Cose che chiedo dal 2002 ma che purtroppo ancora non si sono realizzate. Eppure, se la Cina – lo dico per assurdo – oggi decidesse di occupare l'Italia o qualche altro paese europeo non sapremmo assolutamente come contrastarla e la cosa migliore che si converrebbe fare sarebbe quella di andare a scuola a studiare il cinese».