VIDEO | Il presidente della Commissione svela le trappole di una modifica che definisce «schizofrenica» e che non mette al riparo le liste dagli impresentabili: «Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità»
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«Il giudizio sui candidati non può essere solo quello della Commissione, ma di tutti quanti noi. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».
Nicola Morra, torna a parlare del controllo preventivo che la Commissione parlamentare antimafia, che presiede, ha operato sulle pre-liste in vista delle elezioni amministrative di ottobre. Lo fa alla sua maniera, senza peli sulla lingua e perché tutti comprendano qual è il ruolo dell’organismo parlamentare in questa fase in cui i partiti hanno inviato i nomi dei papabili per ottenere una candidatura. Lo fa per dare una informazione necessaria, non solo ai mass media, ma a tutti gli elettori che si domandano il valore di questo controllo preventivo. E lo fa, infine, smorzando i toni trionfali di chi fino ad oggi non ha perso tempo per uscire pubblicamente professando la pulizia delle proprie liste.
Norma enfatizzata
«Questa innovazione per cui noi possiamo garantire la presentabilità dei candidati – sottolinea Morra - è stata enfatizzata da chi ha proposto questa modifica normativa con un eccesso di ottimismo».
Un avviso ai naviganti e una indicazione precisa sul modo di interpretare il “controllo preventivo sulle pre- liste”. Anche perché il presidente della Commissione non ci pensa due volte a definire «schizofrenica» una norma che di fatto non vieta ad eventuali impresentabili di essere candidati in liste diverse da quelle sottoposte al vaglio della Commissione. Come dire, facciamo il controllo, ma non siamo obbligati a non candidare gli impresentabili. E analogamente, pur approvando un nuovo codice di autoregolamentazione, non si è registrata da parte dei partiti una partecipazione corale a questa opportunità, essendo stati soltanto 439 i nominativi sottoposti al controllo preventivo, a fronte di una tornata elettorale che vedrà impegnati più di mille comuni oltre che la Calabria.
Chi è un impresentabile
Per questo il senatore Morra chiarisce che «la Commissione definisce un candidato impresentabile, solo e soltanto, in virtù di criteri giuridicamente ineccepibili, incontrovertibili, insindacabili, e sono criteri che rinviano alla cosiddetta Legge Severino e al codice di autoregolamentazione» che la Commissione stessa si è data dapprima con la presidenza Bindi e poi con quella di Nicola Morra.
Insomma, si può essere considerati impresentabili solo nel caso in cui ci siano condanne, quantunque non definitive, per alcune tipologie di reato, o rinvii a giudizio. Morra spiega poi che, se un soggetto è iscritto nel registro degli indagati o ha ricevuto un avviso di garanzia oppure se è stato oggetto di intercettazioni, ma senza riscontro in termini penali, a tutti gli effetti è presentabile, dal punto di vista giuridico.
Questione morale
Altro discorso è però quello politico e morale. In tal senso cita Paolo Borsellino per dire che se nell’approssimarsi delle elezioni comunali, platealmente un candidato va a prendere un caffe con il capo ‘ndrina, evidentemente non commette un reato, ma politicamente manda un messaggio alla comunità perché fa capire che si rapporta con soggetti che infrangono continuamente le leggi e la legalità democratica. Anche per questo, parla di «complicità» per chi potrebbe difendersi dicendo che un impresentabile non fa parte della sua lista, pur ritrovandolo nella coalizione di appartenenza.